Andare a votare a febbraio sarebbe una follia. Significherebbe andare incontro a un irreversibile disastro finanziario e istituzionale. Perché?

Tra dicembre e marzo scadranno e dovranno essere rinnovati titoli di Stato per 300 miliardi di euro, ovvero il 15% del nostro fantasmagorico debito pubblico. Per l’esattezza, 50 miliardi di euro entro il 31 dicembre e il resto a febbraio e marzo.

Se in quei mesi fossimo in campagna elettorale e senza un governo, la speculazione ci farebbe a pezzi e avremmo ben poco da salvare dopo.

E poi, che Parlamento uscirebbe fuori? Si voterebbe con il Porcellum, dunque di nuovo una valanga di nominati senza alcuna credibilità. Un Parlamento di tal fatta non avrebbe nessuna capacità di far accettare all’opinione pubblica alcuna riforma drastica, neanche fosse la migliore possibile.

Peraltro, è molto probabile che dalle urne non esca una maggioranza in grado di governare sia alla Camera che al Senato. Ergo, tutto sarebbe come al solito nelle mani delle segreterie di questi partiti. In pratica le stesse persone farebbero dopo le elezioni quello che già potrebbero fare oggi.

Ma soprattutto, in quali condizioni di agibilità democratica si svolgerebbero le elezioni? L’Italia continua a essere, ad esempio, il Paese delle firme false (do you remember Firmigoni? Nonostante ci siano le prove schiaccianti di più di mille falsificate, senza le quali non sarebbe stato eletto, rimane presidente abusivo perché i tribunali ci mettono anni), della Rai lottizzata e dei conflitti di interesse.

A parte le simpatie e le antipatie per questo o quel leader, si voterebbe al buio perchè non ci sarebbe tempo per conoscere e confrontare le diverse soluzioni degli schieramenti, visto anche che la Rai e le altre emittenti cancellano da anni ogni approfondimento sulle grandi questioni del nostro tempo (giustizia, ecologia, mercato del lavoro, welfare alle persone anziché alle imprese, legge elettorale e riforme istituzionali, immigrazione, diritti civili).

In queste condizioni, chiamare gli italiani al voto è una follia.

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