La risata di Angela Merkel e di Nicolas Sarkozy, a Bruxelles, alla domanda su Berlusconi e la situazione italiana, viene definita “inopportuna” dal nostro ministro degli Esteri Frattini.

Considerato che nella stessa giornata, il viso sorridente di Marco Simoncelli è apparso ovunque solo per ricordarci che si può tragicamente morire a 24 anni, in un momento, sotto gli occhi impotenti di milioni di persone che pure vorrebbero sollevarti da quella pista e trarti in salvo e che un paese è stato flagellato da un terremoto disastroso che di vite ne ha distrutte molte altre, mi sento di condividere l’opinione di Frattini: quelle risate erano inopportune. La scena di Sarkozy che riesce male e poco, ma forse nemmeno ci prova sul serio, a trattenere uno sbuffo di risa, è inopportuna di fronte alla nostra tristezza di essere umani che, in un giorno qualunque, ci ricordiamo, ancora, e dolorosamente, della nostra fragilità, del respiro esile che ci tiene attaccati a questa terra.

Frattini, però, non pensava a Marco né al popolo turco, ma a Silvio Berlusconi, unico destinatario (e causa) di quell’ilarità. Perché sia chiaro (o perlomeno a me lo è) che la Merkel e Sarkozy non ridevano degli italiani o del nostro Paese ma di un uomo che dà continuamente e fieramente spettacolo di sé e che, poi, però, in sedi politiche e diplomatiche “pretende” di essere trattato con rispetto solo perché la nostra Costituzione gli conferisce titolo di presidente del Consiglio.

Sicuramente due capi di Stato dovrebbero essere sempre in grado di mantenere quell’aplomb che al cittadino comune è consentito perdere di vista. Sicuramente molti avranno da obiettare, giustamente, che pure di fronte ai grotteschi teatrini di Mussolini, gli altri, i capi di Stato, che rendevano onore a tale carica, si sforzavano di mantenere un contegno “diplomatico”. Eppure se si ripensa ai commenti volgari e rozzi di Berlusconi sulla signora Merkel, un po’ si capisce da dove arrivi quella risata. E’ come se uno lo avesse visto scivolare su una buccia di banana: prima di pensare se la caduta abbia causato dolore, ti scappa da ridere.

Ora la risata della cancelliera Merkel e di Sarkozy hanno riacceso rigurgiti nazionalisti e patriottici più che comprensibili. C’è chi ha scomodato Cannavaro e Materazzi e le vittorie al Mondiale contro i “nemici” d’oltralpe. Il problema, però, è che quella risata non cambierà né peggiorerà ulteriormente la nostra situazione. Né ci toglierà l’orgoglio nazionale più di quanto dovrebbe fare invece la caduta di un altro pezzo di un tesoro come quello di Pompei. Quelle sono vergogne di cui dovremmo preoccuparci.

Le risate di ieri, purtroppo, in qualche modo, daranno ancora più forza al solito refrain di Berlusconi “vittima incompresa”, dei giudici, dei comunisti mangiabambini e ora della Merkel e di Sarkozy. Consentendogli, grazie al nostro voto che da oltre un decennio lo mantiene alla guida del nostro povero paese, di continuare a seppellirci sotto i detriti dell’incuria, dell’incapacità, dell’inadeguatezza e dell’immoralità.

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