La cosa forse più divertente dell’American People’s New Economic Charter (Apnec) il Nuovo Statuto economico del Popolo americano, redatto in forma ultra moderna dal movimento Occupy Wall Street, è forse la tabella degli stipendi “equi” divisi per categoria: i banchieri dovrebbero ricevere 20mila dollari l’anno, gli avvocati 27mila, i costruttori 25mila, i dottori 28mila poco più delle infermiere a 27.500 dollari l’anno. A guadagnare di più, consigliano dalle parti di Ows, dovrebbero essere “gli insegnanti, i bibliotecari, gli ingegneri ferroviari, i piloti di barche” con 35mila dollari e poi i poliziotti con 36mila al pari di docenti universitari e ricercatori. Tutte le professioni sono superiori alla “politica” dove i parlamentari sono collocati a 30mila dollari l’anno e il Presidente degli Stati Uniti a 40mila, lo stipendio più alto. Non sono previsti stipendi per i soldati perché l’esercito dovrebbe essere abolito.

C’è chi si è divertito a sbeffeggiare un po’ il documento Apnec che oggi dovrebbe essere discusso a Zuccotti Park – vedi articolo di Christian Rocca sul Sole 24 Ore che pure ha il merito di aver letto e divulgato il testo – e poi ratificato il 20 novembre dopo la continuazione del dibattito. Il programma degli occupanti nasce dalla Dichiarazione di Occupazione di New York del 29 settembre 2011 ma i redattori continuano ad aggiornare il documento tramite il sistema crowd-sourcing, lo stesso che viene utilizzato per aggiornare Wikipedia. Ne è venuto fuori un insieme spesso non coerente e contraddittorio ma con un’idea di miglioramento delle condizioni sociali negli Usa e sicuramente molto partecipato.

Tra le richieste il blocco dei fallimenti, l’introduzione della Tobin tax su tutte le transazioni finanziarie, l’apertura delle frontiere, un investimento massiccio, un trilione di dollari, in infrastrutture, la fine dell’era nucleare e dei combustibili fossili concentrarsi sull’energia geotermica, idroelettrica, eolica. L’acqua non deve essere privatizzata mentre le istituzioni finanziarie internazionali, Fmi e Banca Mondiale, vanno democratizzate con il sistema “un Paese, un voto”.

C’è poi un no deciso al porto d’armi, alle pubblicità farmaceutiche, agli spot diretti ai bambini e ai contributi elettorali da parte di associazioni (solo i cittadini possono farlo, al massimo con mille dollari). Si chiede di abrogare la riforma sanitaria di Obama per sostituirla con un sistema pubblico universale. Aumento di fondi alla scuola pubblica e taglio drastico al Pentagono con la sua eliminazione.

Sul piano politico-istituzionale si chiede un emendamento costituzionale per “permettere coalizionidi governo” e smetterla con il principio che “chi vince prende tutto” e poi con la possibilità di indagare sui casi di corruzione che oggi vengono affrontati con “inchieste interne” al Congresso.

Nazionalizzazione della Federal reserve rendendola trasparente per la gente, ristrutturazione del sistema di tassazione che oggi in America premia i redditi da capitale e svantaggia quelli da lavoro.

Non si tratta certamente di un piano rivoluzionario. E del resto tra le premesse del documento è chiarito che le proposte “non interferiscono con un efficiente funzionamento dell’economia di mercato, dell’allocazione dei capitali e degli incentivi alle innovazioni, alle imprese, investitori e consumatori in modo da garantire un welfare di base e reali opportunità per l’intero popolo americano”. Ma è sufficiente a scuotere l’America.

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