“Riconfermerò la fiducia al governo”. Domenico Scilipoti garantisce il suo sostegno al premier. Certo martedì, il più famoso dei Responsabili, era assente. Il suo voto è mancato e l’esecutivo è stato battuto a Montecitorio sull’articolo uno della manovra. Una sconfitta pesante, che ha legittimato le opposizioni a invocare le dimissioni del governo e spinto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a chiedere chiarimenti a Silvio Berlusconi. Il premier domani interverrà in aula e venerdì si voterà la fiducia. Un passaggio delicatissimo. Ma Scilipoti c’è. “Oggi, come il 14 dicembre, il momento per il Paese è delicatissimo, è un momento troppo difficile. Far cadere il governo significherebbe portare l’Italia allo sfascio. La responsabilità adesso è stare più compatti possibile”.

Compatti? Eppure lei martedì non era in aula.

“Ero in tribunale a Messina, mi avevano chiamato i magistrati per l’udienza preliminare e io sono andato, ovviamente. Dalla Camera poi non è che mi hanno avvisato, conoscevo l’ordine del giorno ma la maggioranza c’è, uno più uno meno. Qualcuno che era presente in prossimità dell’aula poteva essere più attento al momento di votare”.

Insomma colpa di Giulio Tremonti e Umberto Bossi?

“Tremonti e Bossi? No, no. Per Bossi c’è stata una giustificazione concreta, reale. Per Tremonti invece mi pare che tanta giustificazione non c’è. Il provvedimento che andava in aula non era di Bossi, inoltre, ma era di Tremonti e quindi non si può attribuire la stessa responsabilità ai due. Tremonti aveva l’obbligo di stare dentro dall’inizio alla fine perché era un provvedimento che riguardava lui. Bisogna essere onesti, avere l’onestà intellettuale di far capire che i due personaggi non sono sullo stesso piano. E’ andata come sul voto Milanese: Tremonti doveva essere presenta in aula, il fatto che non ci fosse non è di certo positivo. Un ministro sulla materia che lo compete deve essere presente in aula”.

Allora è di nuovo colpa di Tremonti.

Guardi io osservo quello che è accaduto. Poi magari anche Tremonti darà la sua giustificazione. Può anche darsi che sia scivolato, che sia successo altro, vedremo. Ma dico che un ministro competente deve essere presente in aula.

Il ministro dell’Economia non è amato nella maggioranza. Dica la verità, anche lei se potesse lo caccerebbe da via XX Settembre.

“Una cosa dovrebbe cambiare: lavorare più di quanto si sta lavorando e mettere immediatamente all’ordine del giorno riforme per migliorare questo paese. Non credo che cambiando un ministro o l’altro si risolvano i problemi. Ma certo se ci sono difficoltà di comunicare allora sì, ma altrimenti non è un problema di sostituire uno o l’altro, l’importante è mettere all’ordine del giorno riforme importanti e assumersi la responsabilità di realizzarsi. Ed è importante è il confronto.

E Tremonti si confronta?

“E Tremonti dovrebbe ascoltare di più i suggerimenti che arrivano sia dalla maggioranza sia dalla minoranza. Ci sono delle persone per bene, serie disponibili. Ma se tu non permetti ai parlamentari di darti dei suggerimenti che potrebbero dare un aiuto per far decollare il Paese, dal punto di vista politico non ti comporti correttamente. La priorità deve essere salvare il Paese, poi si faranno delle valutazioni politiche.

Ha sentito Berlusconi nelle ultime ore? Sa se ha intenzione di attuare un rimpasto?

Non saprei, ma ripeto: ora sarebbe inutile. Come andare a elezioni anticipate, io quegli 800 milioni di euro li spenderei diversamente; aiutando le forze dell’ordine, le piccome e medie imprese a rischio di chiusura e le famiglie che hanno difficoltà a sopravvivere. La votazione la lascerei alla fine della legislatura. Questi soldi li userei diversamente.

Per questo ribadisce la sua fiducia al governo? O è un patto che ha stretto con Berlusconi anche in vista delle elezioni?

Il patto che ho stretto io l’ho condiviso non con Berlusconi ma con il governo e con la maggioranza, che sono quindi Pdl e Lega. Poi quando ci sarà la campagna elettorale ognuno farà le proprie valutazioni, le proprie scelte e assumerà una posizione. Non è che se uno sta nei Responsabili è immune da tutto. Ognuno deve fare il proprio lavoro, esiste anche la critica. Ma dobbiamo guardare prima di tutto a noi, impegnarci a tutelare le imprese e gli italiani. Sono argomenti messi su carta e condivisi ma invece la disponibilità verbale non si è mai tradotta in atti concreti perché da parte di qualcuno c’è la volontà di creare delle difficoltà.

Ce l’ha ancora con Tremonti o si riferisce ai frondisti Pisanu e Scajola?

Vale per tutti, ci sono persone nel parlamento che hanno fatto la storia e il loro tempo è superato, dovrebbero lasciare spazio al nuovo, lasciare spazio ai nuovi. Così che possano portare idee nuove, freschezza, fantasia all’interno della politica, fantasia.

Scilipoti lancia la fantasia al potere?

Scilipoti propone di individuare e percorrere delle vie nuove.

(articolo pubblicato il 12 ottobre)

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