La Procura di Milano ha presentato un’istanza di fallimento per il San Raffaele, l’istituto di don Luigi Verzè gravato da circa 1,5 miliardi di debiti. L’obiettivo dei pm Laura Pedio e Luigi Orsi è, tra l’altro, quello di evitare “ulteriori dissipazioni del patrimonio”. Proprio alcune spese fuori controllo, infatti, hanno portato al buco di bilancio del centro di eccellenza della sanità lombarda.

”Questa iniziativa è innanzitutto finalizzata all’intento di arrestare ulteriori dissipazioni patrimoniali, ma è altresì orientata a perseguire l’interesse pubblico”, scrive il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati in un comunicato stampa. Il riferimento è ai soggetti “a vario titolo coinvolti in questo grave default, quali i creditori, i dipendenti, i collaboratori e gli stessi utenti del servizio sanitario gestito dalla Fondazione”.

La richiesta è del 23 settembre, precisa ancora il procuratore, ed è stata notificata oggi ai legali rappresentanti della Fondazione. Il 12 ottobre si svolgerà un’udienza davanti al tribunale fallimentare, due giorni dopo l’annunciata presentazione di un concordato preventivo da parte dei legali dell’istituto fondato da don Verzè.

“Dagli atti acquisiti – si legge ancora nel comunicato – emerge lo stato di insolvenza della Fondazione, dato non controverso, tanto che il consiglio di amministrazione ha pubblicamente dichiarato di voler presentare un ricorso per l’ammissione al concordato preventivo, proposito che finora non risulta essersi concretato”.

Di conseguenza, “a fronte di una situazione, preferibilmente suscettibile di ulteriore aggravamento si è imposta una richiesta, quella che la legge fallimentare affida al pubblico ministero, orientata a perseguire l’interesse pubblico”. Già da alcune settimane i pm OrsiPedio stavano valutando se procedere a un’istanza di fallimento, e avevano chiesto ai rappresentanti legali della Fondazione di presentare un piano di salvataggio convincente, che a quanto pare non si è concretizzato.

La situazione dell’istituto è precipatata quest’estate, quando sono cominciate a circolare le cifre del dissesto. Il 18 luglio si è tolto la vita Mario Cal, storico braccio destro di don Verzè nelle gestione finanziaria del San Raffaele. Solo tre giorni prima , tutte le deleghe gestionali erano state affidate a Giuseppe Profiti, ex ufficiale della Guardia di finanza e presidente dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, con la benedizione del Vaticano, coinvolto nel tentativo di salvataggio.

Il buco miliardario è stato provocato in parte da una serie di spese “folli” deliberate dalla gestione don Verzé, tra le quali la nuova cupola dell’istituto, più grande di quella di San Pietro, piantagioni in Brasile, aerei ed elicotteri in Nuova Zelanda, un hotel a quattro stelle in Costa Smeralda.

Il consiglio d’amministrazionedella Fondazione San Raffaele “ha preso atto del deposito dell’istanza di fallimento presso il Tribunale di Milano e conferma che il piano di risanamento sarà asseverato fra poco più di 10 giorni, entro il termine del 10 ottobre, nel pieno rispetto del doveroso spirito di collaborazione instaurato con l’autorità giudiziaria”.

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