Ore 18. Fischi, grida, agenti in tenuta anti sommossa. Vignali dimettiti. Un film già visto, ma che fino a oggi non ha dato nessun esito. Vignali – per ora – non si è dimesso.

Ore.18.08. Il sindaco Pietro Vignali è in Comune, al suo posto. Avrebbe convocato una riunione con i consiglieri di maggioranza, quelli disposti ancora ad appoggiarlo. Per la prima volta sta valutando anche l’ipotesi di dimettersi. “Non oggi”, dicono persone a lui vicine.

Ore 18.14. La folla lancia monetine. Centesimi, e non per colpire i poliziotti che proteggono l’ingresso principale del Comune. Solo un gesto simbolico.

Ore 18.17. Sotto i portici del Grano, nella centralissima piazza Garibaldi, ci sono almeno mille persone. Pacifiche, ma con tutta la voglia di far sentire la propria indignazione. Casalinghe, anziani, giovani. Persone che si fermano in bicicletta. “Ci fanno vergognare, ho timore a dire che sono di Parma. Questa volta se ne vada”.

Ore 18.19. Ancora lanci di monetine. Al grido “dimissioni, dimissioni”.

Ore 19.54. L’Udc, alleato del governo Vignali, invita il sindaco a dimettersi. Lo fa con un comunicato duro quasi quanto le parole del procuratore della repubblica (“indegno lucrare sulle mense dei bambini”) e, di fatto, toglie l’appoggio alla giunta. Vignali ha solo il Pdl alle sue spalle, e i numeri mancano.

Ore 20.11. Dalla piazza canti partigiani. Fischia il vento, Bella ciao. Ma probabile che la loro resti una voce indignata. Vignali vuole aspettare e valutare bene le possibili dimissioni da sindaco.

Ore 20.28. La piazza è vuota. L’appuntamento è per domani.

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