E’ più probabile che un cittadino del Nord Italia venga colpito da una tegola in testa piuttosto che da un frammento del satellite americano Uars (Upper Atmosphere Research Satellite). Eppure, mentre si avvicina “l’ora X” (prevista per domani), alcune città settentrionali sono già entrate in stato d’allerta. Roberto Reggi, il sindaco di Piacenza, ad esempio, ha dichiarato di esser pronto a spostare i malati degli ospedali, gli anziani e i disabili nei piani inferiori degli edifici.

La Protezione civile dell’Emilia Romagna invece ha attivato nelle province di Piacenza e Parma un numero verde attraverso il quale ricevere informazioni aggiornate. D’altro canto neanche Comitato operativo della Protezione civile, che lavora a livello nazionale, sembra prendere sotto gamba il pericolo. Pur parlando di evento improbabile e raro, le autorità invitano i cittadini a mettere in atto misure di autoprotezione.  Dicono che anche se le probabilità che un frammento cada in territorio nazionale – questo significa che può cadere in mare, in montagna, ecc. – è pari all’1,5%, i cittadini delle aree a rischio dovrebbero evitare di uscire di casa domani, visto che il satellite ha avuto un rallentamento. La Protezione Civile, nell’ipotesi che i frammenti impattando sui tetti degli edifici provochino danni, raccomanda alla popolazione di stare nei piani più bassi degli edifici e di stare a ridosso dei vani delle porte inserite nei muri portanti. L’assessore alla Protezione civile della Liguria, Renata Briano, dice di agire «come si faceva durante i bombardamenti».

Eppure la gente è piuttosto scettica sui reali pericoli che potrebbe correre per la caduta libera del satellite Nasa, almeno secondo quanto rilevato in Trentino Alto Adige, una delle zone dove l’impatto potrebbe avere ipoteticamente luogo. Da questa mattina i giornalisti stanno interrogando i cittadini nelle città. Ai microfoni della Rai regionale una signora di Trento si è detta «più preoccupata della caduta delle borse che non del satellite Nasa». Come darle torto.

“La probabilità teorica che in Italia una persona sia colpita da un potenziale frammento del satellite americano è di una su 300 mila”, dice Andrea Milani, che insegna Meccanica celeste nell’Università di Pisa e che è a capo del gruppo di ricerca specializzato nel calcolare le orbite degli asteroidi che potrebbero avvicinarsi pericolosamente alla Terra. “Io mi preoccuperei di più uscendo con l’automobile”, aggiunge specificando che “il dato che è stato diffuso di una probabilità su 3200 riguarda l’intero pianeta e non il territorio italiano che è uno spicchio ridottissimo rispetto alla superficie complessiva dei continenti”.

La previsione di rientro del satellite inizialmente era centrata intorno alle 23:30 di oggi (ora italiana). In considerazione della nuova rivisitazione dello scenario, il territorio potenzialmente interessato dall’evento comprende le province di Trento e Bolzano, tutte le province di Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia; Piacenza e Parma per l’Emilia Romagna.

Solo qualche ora prima dell’impatto sarà possibile sapere con precisione qual è la traiettoria. “A 3-4 ore dall’impatto si potrà fare una previsione del luogo dove eventualmente potranno cadere i frammenti del satellite Uar”, spiega Milani. Il frammento più grande potrebbe pesare circa 150 chilogrammi e potrebbe colpire la Terra a una velocità di circa 150 chilometri orari. Gli altri detriti saranno più piccoli, peseranno dai 60 a 500 grammi.

“Parlare di possibili evacuazioni – dice Milani – rappresenterebbe un rischio maggiore di danni alle persone rispetto a quello dei frammenti del satellite. Non si possono organizzare comitati d’emergenza per eventi del genere: è un’esagerazione fuori proporzione. L’allarmismo creato è davvero eccessivo. Significa voler diffondere inutilmente il panico”.

In effetti, il rischio che eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari. “E’ un rischio bassissimo, basti pensare – ha ribadito Milani – che ogni anno la Terra è colpita da un meteorite che pesa circa una tonnellata e non si ha notizia di persone uccise dai meteoriti”.

La psicosi poi non si è limitata alla terraferma, ma ha raggiunto anche i cieli. Da qui la decisione di ieri dell’Enav, l’ente che controlla il traffico aereo, di emettere un avviso-notam agli aerei naviganti per informare sulla possibile presenza di frammenti del satellite nello spazio aereo del Nord Italia. C’è poi anche una comunicazione dell’Eurocontrol, organizzazione responsabile della gestione dei flussi di traffico aereo in Europa, che ha emanato una info aeronautica Aim (Aereonauticl information message), sulla base delle indicazioni provenienti dalla Nasa, che corrispondono per la parte generale a quanto già previsto in ambito italiano.

Una volta passati questi due giorni, quando cioè tutti i frammenti del satellite avranno raggiunto il Sole, l’allerta si sposterà sui pezzetti che eventualmente si depositeranno sull’Italia. Le autorità invitano infatti i cittadini a tenersi a una distanza di almeno 20 metri dai frammenti per il pericolo che sprigionino gas tossici (idrazina). In definitiva, se siete fortunati e un pezzo di Uars non vi colpisce in testa, occhio a dove mettete i piedi dopo: si potrebbe sempre inciampare in un frammento velenoso.

di Valentina Arcovio

(grafico dal sito terrascienza.it)

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