La Chiesa cattolica belga ha deciso di sottoporre i suoi giovani seminaristi a test psicologici per prevenire eventuali tendenze pedofile. L’annuncio è del l’arcivescovo Andre-Joseph Leonard in persona, il capo della comunità. “La Chiesa deve fare un lavoro migliore per proteggere i bambini”. Questi test saranno accompagnati da incontri periodici con psicologi specializzati che seguiranno le tracce di un codice per prevenire gli abusi sui minori che sarà pubblicato a breve.

Una decisione dettata anche dal ciclone di scandali che ha scosso il clero di quel paese, dopo che centinaia di casi di abusi commessi tra gli anni Cinquanta e Sessanta sono venuti a galla negli ultimi mesi. A fare luce sull’accaduto era stata la Commissione Adriaenssens, dal nome dell’omonimo psicologo Peter Adriaenssens che la presiedeva. Istituita nel 2000 dalla stessa Curia per investigare sugli abusi commessi nelle parrocchie belghe negli ultimi cinquant’anni, in pochi mesi di indagini, la commissione aveva raccolto 450 denunce di ex vittime di abusi commessi tra il 1960 e il 1985 da preti, insegnanti e capi di movimenti giovanili. Secondo il rapporto redatto dalla commissione, e poi finito su Internet, “la maggior parte delle vittime aveva all’incirca 12 anni”, “una ne aveva 2, cinque ne avevano 4, otto ne avevano 5 e dieci 7”. Sempre secondo il rapporto, 102 degli abusi sono stati commessi dai membri di una delle 29 congregazioni religiose presenti in Belgio. Tredici di queste vittime non hanno superato lo choc e si sono suicidate.

Uno dei casi più scandalosi sollevati dalla commissione d’inchiesta nell’aprile del 2010 è stato quello di monsignor Roger Vangheluwe, oggi 74enne, ex-vescovo di Bruges, una delle più importanti diocesi delle Fiandre. Il prelato ha confessato di aver abusato sessualmente di suo nipote minorenne, sia quando era ancora sacerdote sia dopo la nomina vescovile. In quell’occasione l’arcivescovo Andre-Joseph Leonard, aveva dichiarato che “d’ora in avanti la Chiesa belga è impegnata in uno sforzo di trasparenza, voltando risolutamente pagina rispetto all’epoca, non così lontana, nella quale nella Chiesa come altrove si preferiva la soluzione del silenzio o del mascheramento”. Parole pesanti che molti hanno interpretato come una dura critica al suo predecessore, il cardinal Godfried Dannels, in pensione da soli pochi mesi.

L’annuncio oggi di sottoporre i giovani seminaristi a test psicologici è stata accolta in modo tiepido da chi difende quotidianamente le ex vittime, come l’avvocato Walter Van Steenbrugge, che ha dichiarato al settimanale belga Le Vif/L’Express che “studiare il profilo psicologico dei futuri preti costituisce un minimo passo nella buona direzione ma non va oltre, perché la Chiesa non elimina i veri dogmi che sono alla base del problema, come il ruolo della donna e il celibato dei sacerdoti?”

La decisione arriva qualche giorno dopo che un’associazione americana a tutela delle vittime dei preti pedofili ha chiesto alla Corte penale internazionale dell’Aja di incriminare Benedetto XVI e tre alti prelati del Vaticano (Tarcisio Bertone, Angelo Sodano e William Levada) per aver “tollerato abusi e molestie su minori”. Proprio questa associazione, Survivors Network of those Abused by Priests (Snap), e l’Ong per i diritti umani Center for Constitutional Rights (Ccr) si stanno apprestando a fare il giro delle principali capitali europee per “raccogliere informazioni utili” e “testimonianze di altre vittime”.

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