La pioggia sotto il tendone [il rumore della]
L’odore dei piedi
La sveglia alle 7.30
La gente colorata che cammina, vista di spalle
Ragazzi in mezzo alla strada
Cantare parole di cui afferri il significato solo in parte, di lato
Voci maschili intonate
Le tuniche bianche, le maniche lunghe
L’impossibilità di spiegare a chi non c’è
Le lingue, gli accenti
Il caldo, il sole a picco, il sole da mattino a sera senza tregua
Un frate che recita
La pioggia, il vento, il sole, la pioggia, il vento, il sole, la pioggia
Le preghiere inutili
Entrare in una piccola chiesa romanica a prendere il fresco
Il treno veloce, da lontano
mangiare difficile
La polvere, il fango
Camminare, otto chilometri al giorno
Birra poco alcolica la sera
La preghiera di chi non sa, di chi non è convinto
Un alano gigantesco al di là della siepe
Urla di ragazzi la sera
Capelli biondi fini
Le ragazze che si coprono le spalle
Un grande cartello bianco con scritto “Stille”
Nessun frate con la barba
Le traduzioni simultanee
L’intransigenza dei permanenti
Profumo di bosso nella chiesa della riconciliazione
Male al sedere
Piangere in chiesa e non è un funerale
Diecimila passi al giorno, avanti e indietro
In coda per mangiare
Respirare pregare
I vestiti e le scarpe che non asciugano
I masnà che cantano, anche in polacco
Una sola birra per sera
Welcome on the field
Un altissimo, scuro, frate meccanico
Tutta quella gente con i sandali
Gli spagnoli, i tedeschi, gli italiani
Pulire i bagni, lavare i piatti, distribuire il cibo
Il panachè
Ringraziare in italiano
I vestiti che asciugano subito
Le suore in bicicletta
Le spezie nel puré di patate
Continuare a cantare anche quando sei uscito
I bambini in braccio
Ringraziare in tedesco
Applaudire senza battere le mani
In chiesa tre volte al giorno
Raccontarsi a un estraneo
Le docce, che adesso sono calde
Vassoi marroni, di plastica
Lo stupore di capire l’inglese
Fidarsi a cantare parole che non capisci
Le spezie nella past
I ciondoli, le cartoline, la ceramica
Stare in ginocchio, i dorsi delle mani a terra, la fronte appoggiata ai palmi
Grandi teli arancioni e una croce di metallo
Basse panche di legno
Pregare respirare
Partita di pallone al buio, nel parcheggio
Le famiglie numerose
Tutti seduti a terra
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I bambini che distribuiscono il cibo
I polacchi, gli olandesi, i portoghesi
I frati anziani che stanno seduti sulle sedie
Tremilacinquecento persone da dargli da mangiare
Quel canto a tre voci, in una lingua che non ho capito: russo?
Le spezie nel riso e fagioli
La preghiera del mattino la gente ha la tosse
Solo i cucchiai, come i matti
Grandi vele arancioni e un timone di legno, sulla destra
La luce, lieve, sotto le icone
Il modo di camminare che qui hanno tutti; poi quando vai via cammini così ancora per un po’
Le campane
Imburrare il pane col manico del cucchiaio
Duratha’s
337 – Hvalite imia Gospodne [o qualcosa del genere: non me lo sono scritto]
Quelli che a leggere non si capisce
Il cielo sopra Taizé

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