E’ di almeno sette morti e 20/25 feriti il bilancio provvisorio dell’attacco in Israele contro due autobus di linea e altri veicoli, inclusa una pattuglia motorizzata dell’esercito. L’azione, che sarebbe stata compiuta almeno da tre cellule terroristiche, è avvenuto su due importanti arterie nel Neghev, non lontano dalla località turistica di Eilat: la statale 12, che costeggia il confine fra Israele ed Egitto e la statale 90, che porta da Nord verso il Mar Rosso, costeggiando il confine con la Giordania. Oltre alle vittime che erano a bordo dei veicoli, tutte israeliane, sono rimasti uccisi anche sette terroristi negli scontri a fuoco con i militari dello Stato ebraico. Gli attentatori sono penetrate da Gaza attraverso il Sinai egiziano. ”La origine degli attentati terroristici odierni è Gaza. Agiremo contro di loro con tutta la forza e con determinazione”, ha affermato il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak. E la reazione non si è fatta attendere: una prima ondata di raid aerei è stata condotta oggi pomeriggio dall’aviazione israeliana sulla Striscia di Gaza. Secondo fonti locali, sono rimasti uccisi sei palestinesi, tra i quali il leader di un gruppo salafita islamico.

Alle accuse di Barak, Hamas ha risposto negando il proprio coinvolgimento, ma approvando gli attacchi, ”perchè sono stati rivolti contro soldati e sono sopraggiunti in un momento in cui Israele attacca Gaza quasi ogni giorno”, ha affermato Ahmed Yussef, un dirigente politico di Hamas. Secondo Yussef, questi attacchi sono una conseguenza “logica” alla luce del congelamento del processo di pace e della “escalation militare israeliana”.

Le prime informazioni sono giunte verso le 12 locali (le 11 in Italia), quando si è appreso che un autobus in transito presso Netafim (sulla statale 12) e diretto verso la località turistica di Eilat, sul Mar Rosso, era stato bersagliato di spari di arma automatica da tre uomini armati di Kalashnikov. Secondo l’autista, gli aggressori vestivano divise dell’esercito egiziano. Meno di un’ora dopo si è appreso che un altro veicolo israeliano, probabilmente un autobus, era stato centrato da un razzo Rpg nella località di Beer Ora, sulla statale 90. Nel frattempo dalla zona di confine si aveva notizia del lancio di colpi di mortaio contro militari israeliani. E sulla statale 12 anche un’automobile di gitanti israeliani, diretta a Eilat, era stata attaccata con armi automatiche.

In seguito a questa serie di attacchi l’esercito israeliano ha chiuso al traffico un lungo tratto della statale 12 e ha avviato perlustrazioni in una vasta zona del Neghev. Il ministro Barak e il capo di stato maggiore, generale Beny Gantz, al termine di una consultazione di emergenza a Tel Aviv, sono decollati per Eilat per seguire da vicino la caccia agli attentatori. Nel frattempo lo stato di allerta è stato elevato in tutto il territorio israeliano nella sensazione che altri attentati possano essere in fase di gestazione in zone diverse di Israele. Gli abitanti dei villaggi del Neghev meridionale hanno avuto ordine di restare nei loro insediamenti, fino a nuovo ordine. Nel clima di tensione della mattinata si inserisce anche un’informazione, data dalla stessa radio e poi rivelatasi invece infondata, di un’esplosione udita a Beer Sheva.

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