La stampa del Regno Unito ha celebrando il debutto dello Swansea City nella Premier League inglese. Dove sta la notizia? Sempre di calcio si parla. E lo Swansea è una squadra come tante che ieri ha esordito nel massimo campionato con la speranza di rimanerci il più a lungo possibile. Vero, ma soltanto in parte. Perché qui si parla di storia. E di orgoglio. Lo Swansea è infatti la prima squadra gallese a prendere parte alla Premier League dal 1992, anno in cui venne dato il via al nuovo torneo inglese. Non è roba da poco per un popolo che quando ha l’occasione di confrontarsi con i cugini di Londra e dintorni su un campo da gioco (che sia rugby o calcio, poco importa) sfodera un tifo che è meglio non sbagliare curva.

In Galles, le indicazioni stradali sono scritte prima in Cymraeg, la lingua ufficiale del Paese, e poi in inglese. Se non ci fosse la traduzione, un londinese si perderebbe dopo la prima curva. Qualche esempio. Da quelle parti, se volete andare al lago, troverete prima la scritta “llyn”, quindi l’altra, “lake”. Altro caso, “city” diventa in gallese “caer”, oppure “dinas”. Insomma, due mondi diversissimi, a cominciare dalla lingua. Questo per dire che Galles e Inghilterra sono vicini di casa che se possono non si frequentano tutte le sere. Sia chiaro, non si tratta di odio, ma di un sentimento di rivalsa che ha a che vedere con l’orgoglio (e la difesa) delle proprie tradizioni e della propria cultura.

Swansea è una città di mare che non supera i 200mila abitanti. Fino alla fine della Seconda guerra mondiale, i suoi abitanti vivevano del commercio del rame, presente in abbondanza nella zona, poi le miniere hanno cominciato a chiudere e Swansea si è trasformata in un centro di servizi finanziari e amministrativi. E’ la seconda città del Galles per numero di abitanti dopo la capitale Cardiff. Pare che lungo le sue strade abbia cominciato a tirare i primi calci al pallone John Charles, un concentrato di muscoli e talento che fece grande la Juventus negli anni Sessanta. Ma a Swansea sono nati anche il poeta Dylan Thomas (avete letto “Death and entrances”?) e, udite udite, l’attrice Catherine Zeta-Jones.

Fino a qualche anno fa, lo Swansea City navigava più o meno stabilmente nella periferia del calcio britannico, lontano anni luce dai campionati di vertice. Poi, passo dopo passo, è arrivata la possibilità di giocarsi ai playoff la promozione in Premier. Storia dell’anno scorso. Swansea terzo in Championship e che si gioca tutto per entrare tra le grandi. Accade il miracolo. La squadra gallese batte prima il Nottingham Forest e quindi, in finale, il Reading. Scott Sinclair, attaccante 22enne in prestito dal Chelsea, segna una tripletta e fa entrare in Paradiso i Jacks (così vengono chiamati i tifosi dello Swansea). Alla faccia dei connazionali del Cardiff, rivale storica e più blasonata, che rimane in Purgatorio almeno per un’altra stagione.

Squadra di calcio in Premier e città che cambia, si trasforma e sogna in grande. A Swansea non si trova un posto di lavoro nemmeno con il lanternino e i giovani sono costretti a emigrare per sbarcare il lunario. Già, almeno fino a qualche mese fa. Perché ora, promettono dall’amministrazione comunale, sarà un’altra cosa. Il turismo legato alle partite subirà un incremento straordinario. La città che la guida Lonely Planet consigliava di evitare perché non presentava alcuna ragione di interesse, diventerà improvvisamente bellissima ed attraente. Il denaro dei tifosi che seguiranno la loro squadra in trasferta a Swansea servirà a sistemare i guai più grandi. Poi, ci saranno gli investimenti degli uomini di affari, che troveranno il modo di fare profitto legando il proprio business al pallone. Un primo grande stravolgimento pare ci sia già stato. L’associazione delle agenzie che vendono appartamenti in città dice che per un appartamento nel quartiere del nuovo stadio, il Liberty Stadium (aperto dal 2005, può ospitare 20 mila spettatori), bisogna spendere il 140% in più rispetto a dieci anni fa. Provare, per credere.

I bookmakers inglesi danno 5.000 a 1 la vittoria dello Swansea in Premier League. Tanto per dare un numero alla provvidenza. Ma danno credito alle possibilità della squadra gallese di non retrocedere immediatamente (9 a 4). Il presidente del club dice che ci vorrebbe un miracolo, ma pure che tutto è possibile. Anche che un ex campione di casa nostra, David Trezeguet, 33enne ex bandiera della Juventus e della Nazionale francese, possa accettare di trasferirsi nella periferia dell’impero per dare una mano ai Jacks. Le parti stanno trattando, possibile che si arrivi all’accordo nei prossimi giorni. Nel frattempo, ieri i tifosi gallesi hanno visto perdere per 4 a 0 la loro squadra a Manchester, sponda City, nella prima di campionato. I campioni a disposizione di Mancini hanno fatto un solo boccone dei ragazzi guidati dal tecnico Brendan Rodgers. Tuttavia, nello sport vale spesso il refrain “squadra più debole, squadra da tifare”, per simpatia, oppure per semplice opportunità. Dunque, forza Swansea.

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