Piazza Affari ripiomba in profondo rosso, dopo la cauta iniezione di fiducia della vigilia. L’indice Ftse Mib ha segnato un -6,65% a 14.676 punti, mentre l’All Share ha ceduto il 6,07%. Milano è maglia nera d’Europa, ma anche gli altri listini del Vecchio continente accusano perdite pesantissime e Wall Street procede con gli indici che cedono oltre i tre punti percentuali.

La borsa di Milano ha bruciato, in una sola seduta, oltre 21 miliardi di euro, portando così la propria capitalizzazione a circa 330 miliardi. Il calo del 6,07% dell’indice All Share, infatti, riporta la borsa italiana sui minimi dell’anno, sotto i livelli del 20 marzo 2009, pericolosamente vicino al minimo toccato il 9 marzo di due anni fa. Il calo di oggi, pari a 21 miliardi e 400mila euro porta la capitalizzazione a poco meno di 331 miliardi e 500 mila euro. Sui minimi dell’anno anche il Ftse Mib, che, chiudendo in calo del 6,65% a 14.676 punti, torna vicino ai 14.473 fatti segnare il 18 marzo del 2009. Il paniere principale di Piazza Affari ha perso il 35,30% negli ultimi sei mesi e circa il 37% dai massimi dell’anno, registrati il 18 febbraio.

La buona notizia del collocamento di 6,5 miliardi di Bot a 1 anno nell’asta odierna (con domanda pari al doppio dell’offerta) non è riuscita a risollevare il listino, che è rimpiombato in forte calo nella seconda parte di seduta, trainato dall’andamento pesante del comparto bancario.

Scivolano in profondo rosso gli indici di borsa americani sulla scia dei rinnovati timori provenienti dal vecchio continente. La chiusura di Wall Street vede il Dow Jones perdere il 4,64% con un calo di 521,42 punti a 10.718,35. Il Nasdaq cede il 4,09% perdendo 101,47 punti e si attesta a quota 2.381,05. Per l’S&P 500 il rosso è del 4,43% a 1.120,62 punti con una perdita di 51,91 punti.

I crolli di Piazza Affari si ‘mangiano’ buona parte dei 10 miliardi di aumenti di capitale realizzati nel primo semestre dell’anno dalle banche italiane. L’attuale capitalizzazione dei nostri istituti si avvicina – e nel caso di Intesa Sanpaolo è addirittura inferiore – a quella che gli stessi istituti avevano a ridosso della chiusura delle ricapitalizzazioni. E’ come se il mercato, nel prezzare le nostre banche, non considerasse più l’importante rafforzamento patrimoniale realizzato quest’anno.

Appena prima della chiusura dell’aumento Intesa Sanpaolo capitalizzava in borsa circa 23,4 miliardi di euro. Oggi, dopo aver raccolto 5 miliardi di euro, vale meno di 19 miliardi. Il valore di Mps era di 3,4 miliardi e oggi ne vale 4,8 miliardi, dopo aver rastrellato 2,1 miliardi. Ubi Banca, dopo un aumento da un miliardo, vale come prima dell’aumento: 2,2 miliardi. Il Banco Popolare prima di raccogliere 2 miliardi di euro capitalizzava 1,5 miliardi e ora ne vale 1,9.

Sui listini europei e di New York si è scatenato il panico dopo le voci, poi smentite dal governo francese e dalle agenzie di rating, di un possibile downgrade del rating sul debito sovrano di Parigi. ‘Rumors’ che hanno affossato le banche del Vecchio continente, in particolar modo quelle francesi e italiane. E spinto il Ftse Mib sotto i 15mila punti, a un nuovo minimo dell’anno (cioè 14.676; il minimo precedente, 15.132 punti, risale a ieri). L’indice Stxe 600 – che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio Continente – ha ceduto il 3,75%, un nuovo scivolone che si traduce in oltre 174 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta.

Sul paniere principale, a picco tutto il comparto finanziario, segnato da raffiche di sospensioni per eccesso di volatilità, durante la parte finale della seduta. Male gli industriali e gli energetici. Parmalat e Tod’s gli unici titoli che chiudono in rialzo.

Intanto lo spread tra i Btp decennali e i bund tedeschi risale a 291 punti, mentre quello dei decennali spagnoli è a 286 punti. Continuano comunque gli acquisti da parte della Bce. Da notare che oggi anche lo spread dei decennali francesi è salito a 88 punti. Sul fronte europeo il presidente francese, Nicolas Sarkozy fa sapere che il prossimo 24 agosto verranno decise nuove misure per tagliare il deficit pubblico.

L’annuncio arriva al termine di una riunione straordinaria convocata all’Eliseo per fronteggiare la situazione economica. Sarkozy ha interrotto le sue vacanze in Costa Azzurra e ha convocato un vertice d’urgenza all’Eliseo sulla crisi economica e finanziaria dell’area euro, a cui hanno partecipato il Governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, il premier Francois Fillon, il ministro dell’Economia, Francois Baroin, quello degli Esteri, Alain Juppe, il ministro del Bilancio, Valerie Precresse e quello degli Affari europei, Jean Leonetti. “Il Capo dello Stato – si legge in un comunicato rilasciato al termine del vertice straordinario – ha ribadito che l’impegno a ridurre il deficit pubblico e’ inviolabile e sara’ rispettato indipendentemente da come evolvera’ la situazione economica”. Sarkozy ha poi incaricato Baroin di predisporre un pacchetto di misure anti-deficit che saranno concordate a un nuovo vertice convocato per il 24 agosto, in modo da essere inserite nella legge di bilancio per il 2012 da presentare in Parlamento. Sarkozy ha poi invitato tutte le forse politiche francesi ad appoggiare la sua proposta di una nuova legge costituzionale che stabilisca dei tetti ai futuri deficit pubblici.

Borse asiatiche in positivo – Le borse asiatiche vivono la prima seduta in rialzo dopo sei giornate consecutive di cali. Sui mercati si fa sentire l’effetto della chiusura positiva di Wall Street dopo conferma che la Federal reserve manterrà tassi d’interesse bassissimi fino al 2013. Bene in particolare i titoli delle materie prime e del petrolio, questi ultimi molto deboli ieri e che ora usufruiscono del rimbalzo del prezzo del greggio dai minimi degli ultimi mesi. In questo contesto, la piazza azionaria di Tokyo è salita di un punto percentuale, mentre molto meglio – con rialzi nettamente superiori ai due punti percentuali – hanno fatto Hong Kong, particolarmente debole ieri, e Sidney. Sul mercato australiano, dove sono quotati diversi titoli che possono anticipare l’avvio dei loro settori in Europa, forti rialzi per i gruppi petroliferi e minerari, ma anche qualche marchio finanziario ha recuperato con forza: la National Australia Bank è salita del 6,05%, la Bank of Queensland è cresciuta del 5,46%.

Ecco i principali listini e i rispettivi risultati: Tokyo +1,05%, Hong Kong +2,34%, Shanghai +0,91%, Taiwan +3,25%, Seul +0,27%, Sidney +2,64%, Singapore -0,74% (seduta in corso), Mumbai +1,39% (seduta in corso), Kuala Lumpur +0,96%, Bangkok +1,67%, Giakarta +3,07% (seduta in corso).

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