Dopo una giornata ricca di contatti fra i leader europei e i ministri delle finanze, c’è attesa per le ‘riunioni telefoniche’ che dovrebbero tenersi oggi in chiave G7 e Bce. Stasera si terrà una riunione della Banca centrale europea che potrebbe decidere l’acquisto di titoli di Stato italiani. Il presidente Jean Claude Trichet, secondo una fonte della Bce, vuole che il Consiglio direttivo dell’organismo finanziario prenda in giornata una decisione su questa questione. All’incontro dovrebbe partecipare anche il futuro presidente della Bce Mario Draghi.

Dopo la riattivazione del programma di acquisto dei bond annunciato giovedì scorso, sono state comprate solo poche quantità di titoli portoghesi e irlandesi, e non dei paesi nell’occhio del ciclone, Spagna e Italia. Una volta che la Bce avrà deciso di intervenire acquistando i bond italiani, le banche centrali nazionali inizieranno a loro volta a comprare gli stessi titoli sin dalla riapertura dei mercati lunedì. E questo dovrebbe servire a contrastare nuovi attacchi speculativi sui titoli di Stato.

G7 a consulto – I Paesi del G7 hanno deciso di tenere una conference call dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali prima della riapertura dei mercati asiatici. Al termine dell’incontro potrebbe essere diffuso un comunicato. Nella tarda serata di ieri si è tenuta una pre-riunione telefonica, cui hanno partecipato i cosiddetti sherpa e alcuni ministri finanziari del G7 (fra cui l’italiano Giulio Tremonti). In queste ore avvengono febbrili consultazioni tra i leader politici e finanziari nel timore di un nuovo tracollo del mercato dopo il declassamento del debito Usa e le crescenti preoccupazioni per la crisi dei debiti sovrani nell’area euro. Nella notte italiana (la mattina in Asia) c’è già stata una conference call dei vice-ministri finanziari del G20.

Borsa di Tel Aviv crolla per declassamento Usa. In calo le piazze del Golfo – Si sono accentuati stamane i ribassi nella Borsa di Tel Aviv, la cui apertura era stata ritardata di 45 minuti per un eccesso di ordini di vendita già nelle ore precedenti l’apertura delle contrattazioni che aveva fatto registrare un calo del 6% nell’indice delle 25 società più grandi per capitalizzazione (TA25). A mezzogiorno (ora locale, 11 in Italia) il TA25 era sceso del 6,3%, quello delle prime 100 società del 6,7%. Cali ancora più marcati negli indici settoriali, come quello del petrolio e del gas con una perdita del 9,8%, della tecnologia e dell’ immobiliare con un meno 7,4%. L’andamento della Borsa di Tel Aviv è oggi seguito con particolare attenzione dagli operatori economici in quanto è la prima Borsa aperta dopo il declassamento, venerdì scorso, del debito pubblico Usa da parte dell’agenzia di rating S&P.

I timori di una nuova recessione globale spingono giù tutte le Borse del Medio Oriente e del Golfo, oltre a quella di Tel Aviv. Sui mercati della regione, aperti la domenica (giorno di chiusura per Europa e Stati Uniti) hanno prevalso le vendite in attesa delle decisioni delle riunioni del G7, del G20 e della Bce previste oggi. L’indice della piazza finanziaria di Dubai ha perso il 3,7% portando il passivo rispetto ai livelli massimi di aprile al 12%. Perdite anche sul mercato del Qatar (-2,51%) e dell’Oman (-1,87%) mentre ha chiuso quasi invariata la Borsa dell’Arabia Saudita che però sabato aveva ceduto oltre 5 punti percentuali.

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