Un inceneritore che dovrebbe essere il risultato delle più moderne innovazioni tecnologiche, progettato guardando al futuro e non al passato, quello che si dovrebbe costruire a Ugozzolo, Parma. E dovrebbe essere una struttura con un’utilità limitata al territorio provinciale, che accolga rifiuti locali e che realizzi utili locali.

Già questo è stato sufficiente a far insorgere i cittadini e ha fatto partire nelle scorse settimane una denuncia per abuso edilizio che da tre settimane ha provocato lo stop al cantiere. Ora salta fuori anche altro. Il comitato gestione corretta rifiuti ha scoperto che il progetto iniziale, quello su cui si poggia l’intera realizzazione dell’impianto, fa a capo a una realtà totalmente esterna a Parma: si tratta di Hera, la multiutility bolognese che presta servizi ambientali, energetici e via dicendo a tutto il territorio romagnolo.

“Abbiamo controllato tutto il faldone di documenti che interessa l’inceneritore”, spiegano Gabriele Folli e Aldo Caffagnini, del comitato. “È emerso che numerosi documenti sono stati presentati su carta intestata Hera: la diretta concorrente di Iren, società parmense di analoga estrazione, in Emilia Romagna che collabora allo stesso progetto? Lo stesso progettista dell’inceneritore è un certo Morselli, in quota a Hera. E sul sito di Politecnica ingegneria e architettura compare che il cliente del termovalorizzatore di Parma è Hera e non Iren”.

Una situazione che non quadra, se si pensa che le due aziende si contendono lo stesso mercato con questa differenziazione: a una fa capo tutta la Romagna e Bologna, all’altra l’Emilia. Un progetto che fa pensare a una collaborazione o a un ‘passaggio di consegne’ di un progetto, che altrove non si sarebbe potuto realizzare, ma che con la città di Parma ha poco a che fare.

Il comitato vuole fare una domanda ben precisa alla Provincia di Parma, approfittando dello stop ai lavori nel cantiere di Ugozzolo: “Di chi è l’inceneritore di Parma, oltre a – come si è capito – del Pd? Che la multiutility di Bologna pensi al progetto di Parma per caso sembra curioso: questi non sono progetti eseguiti nel tempo libero a gratis, chi li paga? Chi ha commissionato lo studio e chi lo ha saldato? Perché la società Politecnica considera Hera un proprio cliente e non Iren? Ci si sta affidando a un progetto vecchio e non innovativo come si vendeva?”

Ma non solo. Analizzando i documenti, il comitato sottolinea come compaia in qualità di progettista il già citato e non meglio specificato Morselli, che riporta lo stesso cognome di Luciano Morselli, docente universitario membro del comitato di controllo tecnico scientifico. Ma smentite su possibili legami e conflitti di interesse arrivano direttamente da Luciano Morselli, chimico docente all’università di Bologna, contattato al telefono: “Ho già chiarito questo aspetto: il progettista è Luca Morselli, un ingegnere che non conosco e non è nemmeno mio parente. Noi stiamo facendo il nostro lavoro, verificando l’iter seguito per la realizzazione dei lavori. E non c’entriamo nulla con le polemiche: dobbiamo solo valutare la legittimità delle opere”.

Nessuna nuova invece sul fronte referendum. Entro i primi di agosto sarebbe dovuta arrivare una risposta sull’ammissibilità della richiesta di voto da parte dei cittadini su un tema così scottante. Ma la conferenza dei capigruppo ha deciso all’unanimità di appellarsi a un parere legale del segretario comunale. Un parere che stoppa quindi la tempistica prevista dall’iter regolato dallo stesso Comune, che prevede che entro 30 giorni dalla presentazione della richiesta di referendum l’amministrazione comunale si esprima chiaramente sulla sua legittimità.

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