Il corpo di Amy Winehouse trasportato in camera mortuaria

E’ stata eseguita ieri l’autopsia su Amy Winehouse, la cantante inglese 27enne trovata morta sabato nel suo appartamento londinese. Scotland Yard ha reso noto che per avere la conferma se a uccidere la ragazza sia stato un cocktail di farmaci, droga e alcool, come riferito dai media, bisognerà però attendere i risultati tossicologici che potranno arrivare tra due ma forse anche quattro settimane. In precedenza l’ufficio del Coroner aveva comunque affermato, durante una breve udienza sul caso subito aggiornata a ottobre, che la polizia non considera “sospette” le circostanze della morte della 27enne cantante che aveva gravissimi problemi di dipendenza da alcol e droghe. Un portavoce della famiglia ha comunicato, senza precisare dettagli, che i funerali di Amy si svolgeranno oggi in forma ristretta a parenti e amici. Il corpo della cantante è stato visitato dai familiari nella camera mortuaria a St Pancras Coroner’s Court.

Intanto si è scoperto che era stata anche visitata a casa dal suo medico poche ore prima della morte. “Il dottore era soddisfatto della sua condizione di salute: quando se n’è andato, non era preoccupato. Meno di 24 ore dopo è stata trovata morta”, ha raccontato una fonte. La rockstar, come racconta l’Indipendent, ha trascorso l’ultima notte ancora in vita guardando video e suonando le percussioni: una ‘performance’ andata avanti per due ore nella camera da letto della sua abitazione tanto da scatenare le proteste dei vicini di casa, convinti che la star stesse dando una festa. Un racconto che conferma la versione data dalla guardia del corpo della talentuosa cantante. L’uomo sabato mattina è entrato nella casa e trovato Amy ancora addormentata, senza notare nulla di strano. Più tardi, al rientro nell’appartamento, dopo aver scoperto che la giovane aveva smesso di respirare, ha chiamato immediatamente i servizi di emergenza che sono arrivati sul posto, insieme al fidanzato, il regista Reg Traviss.

La polizia, intanto, continua a tenere isolata la residenza di Camden Town, a nord di Londra, dove Amy abitava. La casa è diventata il luogo del tributo di fan e ammiratori che lasciano fiori, biglietti, candele, foto della cantante, ma anche bottiglie di vodka e lattine di birra. Qualcuno ha pensato di lasciare anche una piccola chitarra.

Oggi i genitori, una coppia separata, hanno visitato l’improvvisato reliquiario, dopo esser andati a identificare la salma. Il padre Mitch, un ex tassista appassionato di jazz che da qualche tempo aveva cominciato ad esibirsi in pubblico, è rientrato precipitosamente a Londra da New York dopo aver annullato la sua performance al Blue Note, un jazz club della Grande mela. Amy era molto legata al padre, che le aveva instillato l’amore per la musica suonando per lei quando era ancora in fasce. L’uomo, che da quando la cantante aveva cominciato ad avere problemi di tossicodipendenza, aveva fatto di tutto per aiutarla, è apparso distrutto. “Grazie per esser venuti, questo significa molto per noi”, ha sussurrato l’uomo, il volto di pietra, la voce rotta dall’emozione. “Non riesco a esprimere tutto quello che questo significa per noi: davvero ci rende molto più facile sopportare il dolore. Amy era una sola cosa ed era amore. Tutta la sua vita è stata dedicata alla famiglia e ai suoi amici. Siamo devastati e io non ho parole”. La madre Janis è scoppiata in lacrime, cercando conforto tra le braccia dell’ex marito, e del fratello di Amy, Alex.

Rimangono gli interrogativi: il management della sua casa discografica l’ha protetta a sufficienza, anche da se stessa? A giugno Amy era stata ricoverata alla Priory Clinic di Londra frequentata da vip come Kate Moss, Paul Gascoigne e Susan Boyle, per disintossicarsi dalla vodka e dalle droghe. La cantante era stata dimessa con il via libera al tour europeo, annullato dopo la sventurata performance a Belgrado in cui era salita sul palco ubriaca ed era stata fischiata.

E con l’improvvisa morte della 27enne tornano a svettare nelle classifiche i suoi album. Il secondo album, Back to Black – che all’epoca aveva venduto 15 milioni di copie e conquistato cinque Grammy – è in testa alla classifica di quelli scaricati da iTunes ed è comparso nelle classifiche degli album più venduti di 15 Paesi. Anche il video di Rehab è arrivato al primo posto tra quelli scaricati su iTunes. Non solo, le vendite di Back to Black si sono moltiplicate di quasi 37 volte nel Regno Unito, secondo i dati di Official Charts Company, la società che registra le cifre ufficiali di vendite in Gran Bretagna: l’album è rientrato tra i 100 più venduti collocandosi a quota 81 (salendo fino al 54esimo posto, nelle 48 ore successive alla morte). Nella lista dei più cercati di iTunes anche la sua prima produzione, Frank, con la quale la regina del soul era apparsa sul panorama musicale nel 2003 e che gli aveva valso una nomination al Mercury Prize (il premio concesso ogni anno nel Regno Unito al miglior album). E adesso gli occhi sono puntati all’avvento sul mercato dell’album a cui Winehouse stava lavorando, proprio insieme al produttore che l’aveva guidata in Black to Black, Mark Ronson: l’album sarebbe già completamente registrato.

Per molti fan italiani l’ultimo ricordo di Amy Winehouse sarà un foglietto di carta: al Summer Festival di Lucca, il 16 luglio scorso, si sarebbe dovuta tenere la prima dasta italiana del suo tour. “In quel momento, la data di Lucca di Amy aveva già totalizzato 9mila biglietti venduti in prevendita – ha raccontato Gerardo Panno, in diretta su Radio2 Rai, media partner del Lucca Summer Festival, durante la diretta, ieri sera, del concerto di Jamiroquai – e gli organizzatori – ha proseguito la storica voce di Radio2 Live – raccontano che pochissimi fan hanno chiesto il rimborso, per non perdere quel prezioso biglietto, divenuto ormai cimelio, ultimo ricordo della loro star, da conservare nel cassetto”.

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