A Giuseppe Verdi non andrà un euro. A due anni dal bicentenario della nascita, pare proprio che il Maestro dell’opera lirica sia condannato a rimanere legato solo a quelle mille lire dove compariva il suo ottocentesco faccione. Il governo Berlusconi, infatti, non finanzierà le manifestazioni per festeggiare nel 2013 il bicentenario di Verdi. Il ministro della cultura Giancarlo Galan ha cancellato la legge, definendola con i capigruppo della VII Commissione Cultura, in un incontro informale, come una legge “mancia” a vantaggio di pochi territori a discapito di altri. E pensare che era stato proprio Galan a promettere a Parma un comitato nazionale, formato da personalità di rilievo, per organizzare celebrazioni “che siano comparabili a quelle dei 150 anni dell’unità d’Italia”.

Insomma, pare proprio che il sindaco Pietro Vignali non possa più contare sul governo che fino a ieri gli era sempre stato vicino. Nota a tutti l’amicizia tra il primo cittadino e Gianni Letta che in passato si era prodigato su più fronti per Parma, come per far arrivare in città i finanziamenti statali per il progetto della metro, nonostante fosse saltato. E a rimetterci saranno i cittadini, che si trovano di fronte a un cartellone per il festival Verdi assai scarno: due titoli (Falstaff e Un ballo in maschera) e due concerti (Messa da Requiem e Il Trovatore). In crisi anche l’orchestra fatta di precari instabili così come tutti i lavoratori che gravitano intorno al Teatro Regio.

Vignali aveva promesso assunzioni per i precari se fossero state recuperate le risorse, ma l’inchiesta e gli arresti che hanno travolto il Comune hanno totalmente distolto l’attenzione dalla cultura, settore abbandonato in tutta fretta anche dall’assessore Luca Sommi, ora sostituito direttamente dal sindaco. Il tutto unito agli sprechi degli anni scorsi: il sovrintendente Mauro Meli ha portato in città cantanti e nomi ben pagati, ma altrettanto fischiati dagli attenti loggionisti parmigiani, che non perdonano la mancanza di qualità. Di soldi quindi ne sono stati spesi in passato, ma il risultato non è stato dei migliori.

Una volta che governo e Galan se ne sono lavati le mani, scaricando Vignali e lasciando la cultura di Parma al suo destino, però, il problema rimane: come festeggiare i duecento anni della nascita del Maestro? Per organizzare qualcosa di livello servono soldi, che in Comune non ci sono, considerando i quasi 600milioni di buco tra casse municipali e partecipate. L’aiutino dal governo non arriva. Non rimane che sperare sulla Regione, che ha comunque i suoi problemi e non sorride certo alle amministrazioni di centro-destra.

Preoccupate le senatrici parmigiane, in primis Albertina Soliani, senatrice Pd: “Se è incerto il tempo politico di Parma e di Roma, è invece molto certo l’appuntamento con il 2013 e con la figura di valore universale di Giuseppe Verdi. La crisi gravissima del Comune di Parma rischia di travolgere anche questo appuntamento che appartiene all’identità non solo della città, ma di un intero territorio. Intorno a questo obiettivo occorre suscitare le energie migliori della città e della provincia perché si facciano direttamente interpreti del valore irrinunciabile di queste celebrazioni”.

Protesta anche il consigliere regionale del Pdl, che punta il dito contro la mancanza di aiuti della Regione: “Il Festival Verdi è una manifestazione d’eccellenza che dà lustro non solo a Parma, ma all’intera Emilia-Romagna. E’ incredibile, come ha lasciato intendere Alberto Ronchi, ex assessore regionale alla Cultura e neo assessore con la medesima delega del Comune di Bologna, che la Regione non l’abbia mai sostenuto finanziariamente solo perché la maggioranza politica che amministra Parma non è di centro-sinistra. E’ grave, pertanto, che per puro calcolo politico la Giunta Errani, che elargisce circa 11 milioni di euro l’anno alle fondazioni teatrali dell’Emilia-Romagna, scelga di non sostenere il Festival Verdi nel tentativo di penalizzare la maggioranza civica e di centro-destra che amministra il Comune di Parma”.

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