Si arriva all’accordo su Tnt, ma la Cgil trema. Nella mattinata di ieri l’incontro in Prefettura a Piacenza per il caso Tnt sembra aver prodotto “risultati positivi” per tutte le parti in causa, dalle istituzioni ai sindacati, dalla dirigenza di Tnt a quella di Gesco, la cooperativa che si occupa del reclutamento della forza lavoro all’interno dell’hub olandese. Sul tavolo un accordo di massima per arrivare a mercoledì 27 luglio con l’analisi degli aspetti tecnici insieme ai lavoratori, fin’ora sfruttati e pagati in nero, che potrebbero vedere l’applicazione del contratto nazionale della logistica sin da lunedì prossimo con tutti i benefici del caso.

Si riparte quindi dall’abc del sindacalismo per “una nuova stagione” sindacale, sostengono le organizzazioni, che “ripristini la legalità” all’interno del polo logistico di Piacenza, fino ad ora porto franco per i grandi gruppi multinazionali che facevano bello e cattivo tempo con i propri lavoratori. In questo contesto, però, la Cgil pare spaventata da nuove dinamiche sindacali che potrebbero farle perdere peso e autorità.

Ma andiamo con ordine: dall’inizio della vicenda Tnt, che ormai risale a due settimane fa, il ruolo dei sindacati è stato parecchio contestato per il ritardo con cui sono intervenuti nella trattativa tra lavoratori e dirigenza. A sopperire al loro ruolo per più di una settimana, ci hanno infatti pensato le istituzioni piacentine (che nel pieno della notte andavano a trattare con il consorzio cooperativo per capire perché i facchini avessero in busta paga 67 euro e rotti per un mese di lavoro) ed il Si.Cobas, il sindacato intercategoriale che non ha rappresentanze a Piacenza e che mandava ogni giorno da Milano alcuni dei suoi delegati.

Il ruolo sempre più fermo e i toni sempre più duri del Si.Cobas hanno quindi marginalizzato anche la grande Cgil che ora teme di perdere una fetta di iscritti e peso tra i delegati: il Si.Cobas ha incassato infatti l’appoggio di Rifondazione comunista che avrebbe chiesto di trasferire in pianta stabile a Piacenza una rappresentanza sindacale dei Cobas.

La minoranza interna di Rifondazione potrebbe quindi uscire dall’assemblea dei delegati della Cgil per confluire nel sindacato intercategoriale e indebolire di conseguenza la Camera del lavoro. Ecco perché pare che a concludere l’accordo della Tnt possa arrivare nei prossimi giorni un delegato regionale della Cgil che scavalcherebbe i segretari di categoria: una mossa per mostrare meglio i muscoli all’avversario e ricucire i rapporti interni con Rifondazione.

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