Era stato reintegrato in Consiglio regionale da poche settimane, dopo la sospensione per una condanna per peculato, per aver usato a sbafo la carta di credito del Comune di cui è l’ex sindaco, Pagani (Salerno). I Carabinieri del Comando provinciale di Salerno hanno bussato alla sua porta questa mattina all’alba, stavolta per arrestarlo. L’accusa per Alberico Gambino, consigliere del Popolo delle Libertà supervotato un anno fa alla Regione Campania, è pesante: concussione e associazione per delinquere finalizzata allo scambio elettorale politico-mafioso. Per la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Salerno, guidata da Franco Roerti, Gambino insieme ad altri due sodali – presidente e vicepresidente della Paganese calcio – aveva creato un sistema per gestire appalti e controllare le principali attività economiche e imprenditoriali della zona con l’aggravante di aver agevolato il clan Fezza-D’Auria Petrosino, attivo nell’agro nocerino. Una macchina ben congegnata, secondo l’accusa, che grazie alla “complicità di politici di livello locale e regionale” riusciva a gestire di fatto pezzi della pubblica amministrazione. Insieme a Gambino sono finiti in manette altre sei persone.

Qurantaquattro anni, sposato e padre di due figli, Gambino è stato a lungo sindaco di Pagani ma è un pezzo da novanta del partito di Berlusconi nell’intera provincia salernitana. Tanto che nel 2009, Edmondo Cirielli – l’ufficiale dei Carabinieri prestato alla politica che somma gli incarichi di deputato e presidente della Provincia di Salerno – lo vuole in Giunta accanto a sé. Di lì a poco, Gambino verrà condannato in primo grado per aver sperperato denaro della Pubblica Amministrazione. Scatta l’interdizione ed è costretto a lasciare la poltrona di assessore. Ma Cirielli non si scompone, tiene per sé la delega al Turismo e lo nomina consulente del presidente. A febbraio 2010 per Gambino arriva pure la condanna in appello: un anno, cinque mesi e 10 giorni. Nelle stesse ore, Cirielli impone a Roma il suo nome in lista e poche settimane dopo il suo braccio destro politico viene eletto in Consiglio regionale. Non ci entrerà, sempre per via di quella condanna (che una settimana fa la Cassazione ha annullato per un difetto di motivazione e rinviato alla Corte d’Appello). Fino a quando, Silvio Berlusconi, a pochi giorni dalle elezioni dello scorso maggio, non lo reintegra con un decreto d’urgenza. Il giorno del suo ritorno nel parlamentino regionale, lo scorso 19 maggio, sulle tribunette degli ospiti ci sono consiglieri, sindaci dell’area e lui, Edmondo Cirielli, raggiante e con indosso la fascia azzurra d’ordinanza. Pochi giorni ancora e la provincia di Salerno darà notizia dell’assegnazione dell’appalto per la costruzione dell’inceneritore di Salerno. È l’opera necessaria a portare la Campania fuori dall’emergenza, un affare da 300 milioni di euro solo per la realizzazione. Lo costruirà un gruppo di tre imprese: una di queste è del cognato di Gambino, come denunciato 15 giorno fa dall’Espresso.

Articolo Precedente

L’ultima del governo “affievolire il 41 bis”
“Palazzo Chigi teme le parole dei Graviano”

next
Articolo Successivo

Per Romano terza mozione di sfiducia, dopo Fli e Idv arriva il Pd

next