Galeotta fu la scogliera de ‘Le Tre Ville’, sul mare blu di Positano. Ma per tutti era Villa Zeffirelli, dal nome del registra fiorentino che di fatto l’aveva comprata e ne usufruiva attraverso una società, l’Ipa immobiliare, trascorrendo qui le sue vacanze e aprendo la villa alle star di Hollywood e di Cinecittà, prima di cederla a una famiglia di imprenditori turistici di Sorrento che l’ha trasformata in un resort extra lusso. Come molti dei suoi film, da Il Campione a Romeo e Giulietta, il processo a Zeffirelli non ha avuto un lieto fine. La prima sezione Penale del Tribunale di Salerno ha condannato in primo grado l’ex senatore di Forza Italia a nove mesi di reclusione per abuso d’ufficio, con l’accusa di aver acquisito illegittimamente due particelle demaniali della scogliera di Arienzo sottostante la villa, attraverso una transazione sulla quale la Procura di Salerno ha voluto vederci chiaro. Stessa pena, nove mesi, per il procuratore legale dell’Ipa e per l’ex direttore della filiale di Salerno dell’Agenzia del Demanio che concluse la transazione con l’ok della sede centrale di Roma. Condanne di sei mesi per i due figli adottivi di Zeffirelli, titolari del 50% di quote a testa della società immobiliare. Assolto il rappresentante legale dell’Ipa “per non aver commesso il fatto”.

Sostanzialmente sono state accolte le tesi del pm titolare del fascicolo, Roberto Penna, che per Zeffirelli aveva chiesto 18 mesi di reclusione e che stamane ha controreplicato alle arringhe difensive, prima che i giudici si ritirassero per emettere la sentenza. Il Tribunale ha disposto il dissequestro della scogliera e il riaffidamento all’Agenzia del Demanio. Che ora potrebbe decidere di ‘sdemanializzarla’ e metterla all’asta, la procedura che secondo il pm doveva essere seguita per poterne trasferire il possesso all’Ipa e a Zeffirelli.

Centrale, nell’inchiesta e nel processo, la transazione tra l’Ipa di Zeffirelli e l’Agenzia del Demanio per chiudere un contenzioso civile di circa 125 milioni delle vecchie lire per occupazione abusiva di 1315 metri quadrati di scogliera demaniale. Un accordo datato 2003 con cui, in cambio di circa 96.000 euro, il Demanio cedeva all’Ipa le particelle demaniali 560 e 570 del foglio 7 del Comune di Positano. L’oggetto del contenzioso, però, riguardava solo una porzione della particella 570, di 1142 metri quadrati. Invece, al momento di sottoscrivere l’atto, il Demanio ha ceduto l’intera particella, di quasi 4000 metri quadrati. Così Zeffirelli ha annesso alla villa praticamente l’intera scogliera. Senza pagare un euro in più rispetto a una cifra pattuita sui soli 1315 mq oggetto di lite. Di qui le accuse di abuso d’ufficio, culminate in cinque condanne.

Articolo Precedente

La giustizia secondo Tremonti

next
Articolo Successivo

Caso Papa, ha ancora senso la Giunta?

next