La Regione Emilia Romagna ha approvato la risoluzione promossa dal Movimento 5 Stelle, che si impegna a bloccare, in sede di conferenza Stato-Regioni, il progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, respingendo così il progetto nel Delta del Po fortemente voluto dalla Regione Veneto.

Una legge regionale (n.36/1997) istitutiva del Parco del Delta del Po, vietava la costruzione di centrali elettriche che non fossero “a metano o combustibile di pari o inferiore impatto ambientale” all’interno del parco. Con il tentativo di modifica di un  comma, sulla scia della presunta esistenza di un “carbone pulito”, l’amministrazione veneta guidata del governatore Luca Zaia, “spianerebbe la strada alla riconversione a carbone della centrale Enel Spa di Porto Tolle-Polesine Camerini, assecondando i progetti presentati da Enel Spa e creando notevoli ricadute negative sia per i territori della provincia di Rovigo anche per i vicini territori delle province di Ferrara e Ravenna”, come recita la risoluzione.

Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza il 10 maggio 2011 dando ragione ai comitati ed associazioni ambientaliste, confermando la legge in vigore e i suoi presupposti, in quanto “è  facilmente dimostrabile anche utilizzando le normative europee – prosegue la relazione – che il carbone inquina più del metano”.

Il primo firmatario è proprio il Consigliere Regionale del Movimento, Giovanni Favia, che grazie a una falla nel piano energetico regionale 2011-2013, ha potuto portare in aula la questione: “Le leggi prevedono infatti che per il nuovo Piano si faccia una Valutazione Ambientale Strategica, per capire gli effetti che avrà sull’ambiente, anche se si tratta della conferma di progetti precedenti. Per farlo, ovviamente, servono dati aggiornati. Purtroppo la Regione s’è ‘scordata’ di fare una nuova Vas, con dati 2010 – prosegue – e s’è limitata a riproporre tout court la vecchia, fondata su dati 2007. La legge quindi è stata infranta, e il Piano 2011-2013 non ha fondamento cogente.”

A sottoscrivere la risoluzione anche i colleghi Monari (Pd), Barbati (Idv), Meo (Verdi), Naldi (Sel), e ha visto il voto favorevole del Movimento come del centrosinistra, mentre quello contrario di Pdl e Udc. I consiglieri della Lega Nord erano assenti dall’aula al momento del voto.

Nel testo non manca la proposta di “un piano alternativo per lo sviluppo economico della zona, rilanciando turismo, agricoltura e pesca”, né l’intenzione “di preservare l’ecosistema del Fiume Po e la qualità dell’aria senza danneggiare, e anzi favorendo, le attività economiche”. Fondamentale ribattere su una questione: “investire esclusivamente, nell’area del Parco del Delta del Po, sulla produzione energetica da fonti rinnovabili non combustibili e soprattutto non fossili”.

Favia spiega: “La pesantezza a livello ambientale e sanitario di questo intervento al confine con la Regione, danneggerebbe seriamente il territorio. Noi dobbiamo, se non altro, far valere i diritti degli abitanti di quella zona. La Regione Emilia Romagna deve far sentire la sua voce, sul piano giuridico legale nei confronti di Enel-Spa, come del governo”.

Ilaria Giupponi

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