Mancava giusto una sanguinolenta bistecca di orso. Il menù estivo degli uomini della Lega Nord si arricchisce di una nuova provocazione, all’apparenza gastronomica, ma in realtà terribilmente politica.

Il deputato veronese del Carroccio Maurizio Fugatti, commercialista eletto nella circoscrizione VI Trentino Alto Adige, ha annunciato a mezzo stampa che per la prima festa estiva della Lega Nord Primiero a Imer in provincia di Trento, si potrà degustare carne d’orso. Lo ha fatto insieme a una vecchia conoscenza dei giornali, il consigliere provinciale trentino Erminio Boso, che fisicamente non ha nulla da invidiare all’orso.

La messa in scena (che tale non è, visto che mangeranno davvero carne d’orso) è dovuta al ripopolamento degli orsi nelle valli trentine deciso anni fa con un progetto europeo. Orsi non ce ne erano e ne vennero adottati esemplari dalla Slovenia che con il tempo si sono riprodotti. Ma alla Lega questa cosa non è mai piaciuta, fino a qualche mese fa, quando in sedi istituzionali, dissero che sì, gli orsi italiani potevano tollerarli, quelli che arrivano dalla Slovenia no, e che l’alternativa sarebbe stata abbatterli o rispedirli a casa loro, visto che non hanno passaporto né permesso di soggiorno.

Per mancanza di altri temini, domani andranno a mangiarseli. “Sarà un’occasione per stare insieme all’aperto e rivivere antiche tradizioni gustando prelibati piatti tipici trentini”, ha affermato Fugatti in prima istanza. Così tra un piatto di “peladei” e uno di canederli, tra una pinza di patate e una porzione di funghi pineroli, ecco servita per i baldi padani del nord est un delizioso filetto d’orso.

In realtà il presunto esotismo alimentare del deputato leghista è un alibi per intervenire nella lotta contro il progetto Life Ursus che ha consentito negli anni il reinserimento degli orsi bruni nelle valli del Trentino.

“Questa iniziativa – spiega Fugatti – vuole essere un segnale chiaro ai cittadini, che hanno tutto il diritto di riconquistare il loro territorio e di girare liberi senza mettere a rischio la propria incolumità. Il fallimento del progetto Life Ursus, che prevede l’insediamento degli orsi nelle montagne trentine, è ormai sotto gli occhi di tutti. Per difendere e tutelare le popolazioni nelle zone di montagna del Trentino dalle continue visite degli orsi, noi preferiamo consumarli in questo modo”.

E’ il classico stile comunicativo del Carroccio: tiro ad alzo zero, spiegazione moderata per esporre una posizione estrema, ciliegina sulla torta con l’ennesimo sberleffo. Tanto che ai fornelli della festa agreste ci sarà l’ex senatore Erminio Boso a cucinare la carne di plantigrado: “Le ricette sono di mio nonno e l’orso potrebbe provenire dal Canada o dalla Slovenia, ma non è escluso che sia stato ucciso con una schioppettata sul Lagorai”.

Furbo il leghista Boso lo è per davvero, proprio nel provocatorio depistaggio sulle origini della carne d’orso perché, come afferma il neodeputato al parlamento europeo, l’ecologista dell’Idv Andrea Zanoni: “Se compiono questo gesto i leghisti vanno contro la legge 157 del 1992 che tutela la fauna selvatica”.

“Il comma 1 dell’articolo 2 della 157 prevede l’orso tra le specie che sono considerate particolarmente protette”, continua Zanoni, “all’articolo 21 si fa preciso riferimento al divieto di commercio di fauna selvatica morta che non provenga da allevamento per manifestazioni a carattere gastronomico; infine all’articolo 30 sono previste precise sanzioni penali per chi abbatte, cattura e detiene mammiferi e/o uccelli protetti”.

Boso, Fugatti e compagnia, insomma, rischiano dai due agli otto mesi di carcere e una pena pecuniaria attorno ai duemila euro: “E non comincino a dire che leggi dello stato valgono meno di quelle regionali, perché il diritto e le sanzioni penali sono di materia esclusivamente statale”.

“In Italia e in Europa si impegnano giustamente molte risorse e si emanano direttive di tutela per aiutare molte specie animali a non estinguersi”, afferma Zanoni, “finora dove gli orsi hanno creato qualche difficoltà per la popolazione contadina sono intervenuti il ministero dell’ambiente e il corpo forestale per danni irrisori, magari dopo che gli orsi hanno ucciso qualche pecora. Il servizio di controllo che effettuano le autorità prevede perfino dei radio-collari”.

“E poi me lo lasci dire”, chiosa il neoeurodeputato, “cucinare l’orso non fa nemmeno parte delle tradizioni culinarie trentine, come millantano i leghisti. Semmai questa loro provocazione sarà nata per suscitare l’interesse delle lobby dei cacciatori, vista la penuria di voti elettorali che li ha colpiti. Sarebbe comunque il caso di far intervenire il corpo forestale per verificare e sanzionare il reato che stanno commettendo”.

di Emiliano Liuzzi e Davide Turrini

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