“O nel decreto c’è scritto che potranno essere portati solo nelle regioni confinanti alla Campania, in modo che restino lì, oppure quel decreto non passerà”. E’ ancora il ministro leghista della Semplificazione, Roberto Calderoli, a esprimere la posizione del Carroccio sul decreto richiesto a gran voce dagli amministratori napoletanti e bloccato in attesa di una decisione dal governo. Il provvedimento, che dovredbbe permettere ai rifiuti campani di essere smaltiti anche fuori regione sembra a molti l’unica soluzione all’emergenza. “Ma le nostre discariche sono già piene: non c’è spazio per l’immondizia di altre regioni”, risponde il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo. Che, pur dichiarando “nessun pregiudizio versi i rifiuti campani”, attacca la gestione della situazione. Una posizione in parte diversa da quella espressa da Enrico Rossi, presidente dcella regione Toscana, che ha dichiarato: “Non ci tiriamo indietro ma tutte le istituzioni devono fare la loro parte”. In città e nella provincia, intanto, diminuiscono le tonnellate di riufiuti non raccolte e così anche il numero dei roghi e delle proteste. Mentre il sindaco Luigi De Magistris e il suo vice a ssessore all’Ambiente Tommaso Sodano accompagnano i lavoratori dell’Asia, che stanno lavorando 24 ore su 24. E annunciano la ricapitalizzazione dell’azienda.

“Le regioni del Nord non possono essere messe periodicamente di fronte a questa emergenza – è tornato sulla questione Tondo -. Un’emergenza periodica è un ossimoro”. Per il governatore, il ripetersi del problema immondizia “significa che non si è fatto abbastanza per risorverlo”. “Il popolo friulano è abituato ad affrontare le sue difficoltà e a risolverle – spiega -. Può dare una mano una volta, ma rifiuta il ripetersi di atteggiamenti contrari alla cultura civile”. Come quelli di Napoli, intende. “Io come spiego alla mia comunità che bisogna continuare a dare una mano?”, conclude. Una posizione che indispone altre regioni, disponibili invece al conferimento dei riufiti campani nelle proprie discariche. Ma solo in cambio di rassicurazioni istituzionali. Come Rossi, secondo cui “ciascuna Regione deve impegnarsi, senza furbizie da parte di nessuno e senza ricorrere a scorciatoie”. “Il governo ci chiede la nostra disponibilità e noi la daremo – aggiunge il presidente dell’Emilia Romagna -. Se l’emergenza è nazionale, ed è nazionale, allora tutte le istituzioni devono fare la loro parte”.

Un’idea condivisa anche dall’amministrazione napoletana che oggi ha voluto dimostrare la sua vicinanza alla popolazione e il ringraziamento per gli operai dell’Asia che – come previsto da un’ordinanza sindacale di giovedì scorso – lavorano 24 ore su 24 per recuperare le tonnellate di rifiuti non raccolte. “La qualità del futuro di Napoli – ha dichiarato de Magistris – non può prescindere dallo sforzo operativo di un’azienda come Asia”. Così una nota del Comune annuncia la ricapitalizzazione della società “per perseguire l’impegno immediato volto alla rapida implementazione, in altri quartieri cittadini, del sistema di raccolta differenziata porta a porta”. L’immondizia non raccolta in città è scesa intanto a 1400 tonnellate. Stamattina alle 6, oltre ai lavoratori c’erano anche il sindaco e il suo vice alla partenza dei compattatori per l’avvio del servizio di raccolta in città. Un impegno, quello dell’Asia, apprezzato dai cittadini, che protestano sempre meno per l’immondizia per le strade. Rispetto agli oltre 70 dei giorni scorsi, nella notte sono stati una ventina i roghi appiccati a Napoli e provincia. In città, nello specifico, sono stati solo tre. Più colpita invece la provincia, specie nei comuni di Casoria, Afragola, Pozzuoli, Castellammare di Stabia, Giugliano in Campania, Melito Arzano e Casalnuovo. Proteste si sono invece registrate a Terzigno, per l’ipotesi di ripresa del progetto di creare una discarica a cava Vitiello, nel parco del Vesuvio. Area cancellata dai siti destinatari di impianto per legge. Dalle 20 di ieri alle 8 di questa mattina i pompieri hanno spento 20 incendi dolosi di cumuli di rifiuti, comunque contro i 47 della notte precedente. Nella cosiddetta rotonda Panoramica di Boscoreale, infine – da cui parte la strada di accesso alla discarica di Terzigno – una quarantina di attivisti anti-discarica si sono radunati intorno alle 23.30 per protestare. Bloccando per un’ora e mezza le strade che sboccano nella rotonda.

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