L’Unione europea lancia la nuova campagna anti-fumo. Obiettivo: aiutare gli ex fumatori a non ricadere nella trappola della sigaretta e i più giovani a non accenderla mai. Nel mirino anche i nuovi prodotti come le “sigarette senza fumo” in vendita sugli aeroplani, gli aromi aggiunti al tabacco e la pubblicità.

La Commissione europea non ha dubbi: “Gli ex fumatori sono irresistibili”. Questo è il titolo dell’ambiziosa campagna triennale portata avanti con un budget di 16 milioni di euro solo per il primo anno, che vuole assestare un duro colpo al fumo in Europa.

Le cifre. Secondo le statistiche della Commissione, circa 650mila cittadini europei muoiono ogni anno a causa del fumo sia attiva che passivo. Sempre secondo Bruxelles, circa 80mila adulti, compresi quasi 20mila non fumatori, sono morti solo nel 2002 (quando gli stati membri erano 15), a causa delle malattie dovute a un’esposizione al fumo a casa o sul luogo di lavoro. Soltanto in Italia, secondo il Centro Antifumo del Dipartimento di Pneumologia dell’Ospedale Sacco di Milano, il fumo coinvolge 11 milioni di cittadini e provoca 85mila morti l’anno.

Oggi nei 27 paesi appartenenti all’Unione circa 13 milioni di persone soffrono di una o più delle principali categorie di malattie associate al fumo (bronchiti, malattie polmonari croniche, infarto, cardiopatie, ostruzioni arteriose alle gambe, asma, cancri del polmone).

La legislazione. Il divieto totale di fumare in tutti i luoghi pubblici chiusi e nei luoghi di lavoro, compresi i bar e i ristoranti, è in vigore in Irlanda, Regno Unito, Grecia, Spagna e Ungheria. Italia, Svezia, Malta, Lettonia, Finlandia, Slovenia, Francia, Paesi Bassi, Cipro e Polonia hanno introdotto una legislazione relativa ad ambienti liberi da fumo che consente però di fumare in appositi ambienti circoscritti.

La campagna anti-fumo dell’Ue ruota attorno a una piattaforma online chiamata “iCoach”, disponibile in tutte le lingue dell’Unione, che suggerisce le varie tappe da seguire per smettere di fumare o per non ricascare nel vizio. E a dare l’esempio saranno proprio i dipendenti dell’Unione europea, invitati “caldamente” a seguire la campagna anti-fumo. La Direttrice generale del dipartimento salute della Commissione, l’italiana Paola Testori Coggi, è stata chiara: “Chiederò a tutti i miei funzionari di registrarsi all’iCoach e spero che anche gli altri dipartimenti facciano lo stesso”.

Ma non è finita qui. La nuova campagna europea si propone di allargare le maglie della legislazione sul tabacco anche alle sigarette non tradizionali, come quelle “elettroniche” in vendita sugli aerei e sulle quali si sa ancora troppo poco. E poi ci vuole più chiarezza sugli additivi aggiunti al tabacco stesso (che secondo alcuni studi favorirebbero la dipendenza), il confezionamento, la pubblicità e le modalità di vendita delle sigarette.

Testimonial indiretto della campagna è proprio il commissario europeo alla salute, il maltese John Dalli, anch’egli ex fumatore. “Posso dire per esperienza diretta che sto molto meglio adesso che non fumo più. Ho deciso di smettere quando sono stato nominato ministro a Malta, sapevo che questo mi avrebbe aiutato a lavorare meglio. La parte più dura sono le prime due settimane, poi diventa più facile”. Anche secondo Dalli è fondamentale che l’Ue allarghi la legislazione sul tabacco a settori oggi in espansione e inadeguatamente regolamentati, come la pubblicità e le modalità di vendita. Ma su questo versante, la resistenza delle lobby del tabacco si annuncia durissima.

Articolo Precedente

New York dice “Lo voglio”

next
Articolo Successivo

Olanda, primo paese in Europa
con una legge sulla neutralità della rete

next