Il 21 giugno il Parlamento romeno ha rimandato ancora una volta, per mancanza di tempo, la discussione di una legge sull’uccisione di cani randagi che popolano il paese. E per fortuna, perché la ben nota proposta di legge PL 912 avrebbe autorizzato lo sterminio brutale di oltre 2 milioni di randagi. Cani che vengono presi al collo per strada con una grossa pinza, sedati sul posto tramite un’iniezione calmante, gettati a terra, scaraventati in massa nell’inceneritore e bruciati vivi.
Se approvata, la PL 912 vieterebbe anche alle organizzazioni senza fini di lucro di entrare nei canili pubblici per verificarne la gestione e limiterebbe pesantemente l’adozione dei cani presenti nelle strutture. I leader dei gruppi parlamentari, la coalizione che governa, costituita dal Partito democratico liberale di centrodestra insieme all’Unione democratica degli ungheresi, e i tre partiti di opposizione, sono stati d’accordo nel decidere che sarà la Commissione per l’amministrazione pubblica a dover ridiscutere la legge nelle prossime settimane e a prendere una decisione. Che è solo rimandata.
Su Facebook circola una petizione al Parlamento europeo per bloccare la PL 912. In poco tempo in tutta Europa sono state raccolte oltre 20.570 firme, ma è un numero ben lontano dal milione di firme necessarie. A due giorni dal voto, il governo romeno ha deciso infatti di non accettare più alcuna firma di protesta da inviare al Parlamento europeo. Queste sono le facce dei politici che la pagina di Facebook “The Dog killers in Romania” indica come quelli che più odiano i cani.
Nel frattempo le stragi continuano. Come quella di questi giorni a Tulcea, una cittadina di 93.000 abitanti che si affaccia sul Danubio. Le proteste e le testimonianze su come trattano gli animali randagi circolano da mesi fra le organizzazioni animaliste più importanti come l’International Alliance for Animal Rights in Romania, il Romanian Kennel Club per l’allevamento dei cani di razza e Save the Dogs, la prima organizzazione italiana a operare sul territorio romeno. Il sindaco di Tulcea, Constantin Hogea, da tre anni si rifiuta di applicare la legge nazionale per la difesa degli animali, quella che verrebbe annullata dalla PL 912. Autorizza le uccisioni per strada, minaccia e intimidisce chi protegge i cani, vieta il passeggio con il proprio animale domestico per le piazze e in molti parchi cittadini. Sembra, secondo una pagina su Facebook con tanto di foto di documenti, che autorizzi le uccisioni per permettere il riciclaggio di denaro proveniente da fonti non meglio identificate. L’abbattimento autorizzato di un cane a Tulcea costa 500 Ron, equivalenti a 118 Euro. Un bel business.
Il 6 giugno 2011 le autorità comunali di Tulcea hanno autorizzato che gli animali del canile cittadino venissero bruciati vivi nei forni crematori, alla presenza del veterinario responsabile. Appena sedati e ancora coscienti sono stati uccisi 100-200 cuccioli e adulti al giorno. E a niente sono valse petizioni e proteste che circolano ormai da anni su Internet e presso le organizzazioni animaliste contro questi stragi.
Nonostante la proposta di legge PL 912 e il trattamento verso gli animali randagi, nell’ottobre 2012 Bucarest ospiterà The European Dog Show, la più importante manifestazione canina d’Europa. Un’ultima, tragica beffa verso il popolo dei nostri “fratelli minori”.
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