Come la P2 anche la P4 aveva le sue mire sul sistema dell’informazione. Licio Gelli e compagni erano riusciti a mettere le mani sul Corriere della Sera, i (presunti) piquattristi si sono accontentati di puntare su Il Velino. L’agenzia di stampa quotidiana diretta da Luca Simoni è protagonista di un capitolo dell’informativa della Finanza di Napoli che è confluita negli atti del procedimento contro Bisignani, ma che fa parte di un’indagine della Procura di Napoli nella quale l’ex giornalista iscritto alla P2 è stato intercettato. Nell’ambito di questa seconda indagine del pm Catello Maresca, la Finanza ha focalizzato tutti gli affari per i quali Bisignani si è speso con le sue potenti relazioni. Tra questi un posto di spicco spetta al Velino.

Sotto la regia di Luigi Bisignani Il Velino cambia azionariato e linea politica. Fuori il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, che ne era socio, entra Leonardo Ceoldo, amico di massoni di primo piano e Luca Simoni, che è il direttore responsabile. L’agenzia – nei progetti di Bisignani – deve diventare una sorta di braccio armato nell’informazione al servizio dei ministri più vicini al lobbista, come Gelmini, Romano e soprattutto Frattini. Una volta preso il potere e piazzati i propri uomini sulla tolda di comando, ecco che arrivano i soldi, ovviamente pubblici.

Simoni e Bisignani premono sul capo del dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio, Elisa Grande, attivando tutti i parlamentari amici. Il Velino vuole un aumento di 400 mila euro del contratto di fornitura di servizi con Palazzo Chigi. La lobby funziona e i soldi arrivano. Scrive la Finanza: “Nei confronti della Impronte Srl, società editrice del periodico Il Velino Bisignani mostra un interesse particolare acché la stessa ottenga il rinnovo di una “convenzione”, e il relativo aumento dell’importo, su un contratto editoriale in essere con il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso l’intermediazione di Elisa Grande, capo Dipartimento presso la Presidenza stessa. In particolare, in data 21 dicembre del 2009 Luca Simoni chiede di incontrare urgentemente il Bisignani per avere “un suggerimento su cosa fare”, in quanto afferma di aver avuto notizie “veramente molto negative” verosimilmente relative all’incontro fissato il giorno successivo con Elisa Grande, capo del Dipartimento Informazione Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, per “firmare una serie di cose”. Di fatto il giorno seguente sarà la stessa Grande a contattare Rita Monteverde comunicandole che si trova in compagnia del Simoni e che ha bisogno di parlare urgentemente col Bisignani.

L’esito positivo dell’incontro e dell’intermediazione di Bisignani è stato rilevato in data 23 dicembre 2009, allorquando la Grande comunica al Bisignani che “sono tutti contenti…” Poi, secondo la Gdf Simoni esprime la propria gratitudine a Bisignani, affermando ‘non so come ringraziarti’ e aggiunge che il Bisignani “appare assumere un ruolo preponderante nell’assunzione di decisioni riguardanti l’assetto societario della stessa, dando a quest’ultimo indicazioni precise sulle modalità di riduzione delle quote di partecipazione possedute da Daniele Capezzone. (…). Le indagini hanno rilevato numerosi incontri avvenuti anche in forma privata, tra il Bisignani, il Simoni, gli onorevoli Frattini e Gelmini, nonché il viceministro Romano e finalizzati ad assicurare alla società in parola cospicui finanziamenti da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri per la fornitura di un servizio di informazione diretto a propagandare la linea politica di una corrente sorta all’interno del Pdl e denominata ‘Club della Libertà’”.

da Il Fatto Quotidiano del 23 giugno 2011

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