“Adesso bisogna prendersi la responsabilità di schierarsi”. Per i propri privegi o per “l’uguaglianza tra i lavoratori e i consiglieri regionali della Lombardia”. Così Giulio Cavalli, consigliere regionale dell’Italia dei Valori, spiega il senso della mozione depositata stamattina. Nel documento, firmato insieme al collega Gabriele Sola, si chiede una riduzione e una soppressione di alcuni vantaggi economici assegnati agli amministratori locali. Del tutto distanti dalla vita reale dei cittadini, secondo i promotori, specie in un momento di crisi economia. E il voto potrebbe essere nominale.

“Gli eletti devono essere i primi a svestirsi dei molti privilegi di cui godono”, spiega Sola. Per questo, spiega Cavalli, si chiede “un doveroso livellamento al ribasso dei costi” della politica. Una sforbiciata agli stipendi e alle spese per spostamenti e missioni, ma anche un taglio totale all’indennità di fine mandato e al vitalizio che ogni consigliere percepisce. Quest’ultimo viene definito “indegno” da Cavalli, “rispetto ai 40 anni di lavoro che si chiedono ai cittadini per la pensione”. “Si tratta di misure severe – aggiunge Sola -, ma dovute e necessarie visto il momento di difficoltà e crisi economica che vive il nostro Paese”.

I consiglieri citano nella mozione le spese in questione. Si tratta di indennità da quasi 3.500 euro al mese corrisposte per un anno. Una diaria da più di 2.500 euro mensili per le sole spese di presenza e, insieme a questo, un rimborso spese forfettario, assegnato in base alla distanza di residenza da Milano. Da poco più di 200 euro a quasi 2mila. Per le missioni, inoltre, i rimborsi arrivano fino a 3.500 euro.

“Mi impegno a chiedere la votazione nominale della mozione – conclude Giulio Cavalli – perché i nostri elettori possano sapere con chiarezza chi gioca col populismo della riduzione dei costi senza però volere che gli si tocchi il portafoglio e chi invece fa sul serio”.

IL DISOBBEDIENTE

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