Arrestato Lele Mora, ma il caso Ruby non c’entra. L’agente dei vip – descritto dal gip che ne ha firmato l’ordinanza d’arresto come un uomo dalle “professionalità criminali” – era intanto coinvolto anche in un’altra indagine. Niente donne stavolta, ma soldi sì: l’impresario era stato iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta, dopo il fallimento nel giugno dell’anno scorso della sua società Lm Management. Inchiesta che oggi ha portato al suo arresto da parte degli uomini della Guardia di Finanza di Milano nella sua abitazione di viale Monza. Nell’ordinanza il giudice motiva le sue decisioni sottolineando “le descritte professionalità criminali (di Mora, ndr) e capacità economica di origine illecita ‘doppiate’ dall’attività di drenaggio di denaro anche successiva alla dichiarazione di fallimento”. Secondo gli inquirenti, il talent scout avrebbe prodotto fatture false per operazioni inesistenti e avrebbe continuato a svolgere un’attività imprenditoriale nonostante il fallimento della sua società e suo personale, entrambi dichiarati dal tribunale di Milano. Mora è stato arrestato nella sua abitazione di viale Monza e sta per essere tradotto nel carcere di San Vittore.

Come riporta una nota delle Fiamme gialle, le indagini dei pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, “hanno consentito di accertare una bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale per oltre 8 milioni di euro in relazione alla gestione di una società di organizzazione e gestione di eventi”. Secondo l’accusa, Mora avrebbe distratto alla Lm Management 3 milioni e 381 mila euro attraverso fatture per operazioni inesistenti, soldi che venivano poi retrocessi in contanti. oltre 5 milioni che sono stati poi versati a ‘Diana immobiliare’, altra società della holding del talentscout dichiarata fallita, e impiegati per acquistare case a Milano e nella Costa Smeralda. Abitazioni intestate alla stessa società. Secondo il gip Fabio Annatezza, per Mora – che vive tra Milano e Lugano – l’arresto era necessario in seguito al pericolo di fuga, di un inquinamento probatorio definito “di rilevante intensità” e di reiterazione del reato, considerati i suoi precedenti penali.

La ‘Lm Management’ è fallita con un passivo di quasi 20 milioni di euro. In seguito a quel fallimento l’agente dei vip è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di bancarotta dai pm Fusco e Carducci. Tra i vari sospetti degli inquirenti c’è che Mora abbia depositato in qualche conto svizzero i circa 3 milioni di euro ricevuti da Silvio Berlusconi – come era emerso nell’inchiesta sul caso Ruby – anziché essere impiegati per salvare la società. La procura li sta ancora cercando. Ad aprile di quest’anno, gli altri due fallimenti dichiarati dal tribunale di Milano. Quello personale dell’impresario e quello della ‘Diana immobiliare’, a lui collegata. La società, decideva il tribunale, si trovava in una situazione debitoria verso la ‘Lm Management’.

“Vedremo, la giustizia farà il suo corso. Fidiamoci”. Così Emilio Fede – coimputato di Mora nel processo per il caso Ruby – ha commentato la notizia dell’arresto del noto impresario, in chiusura dell’edizione delle 19 del Tg4. “Quanto un albero è caduto tutti vanno a fare legna, come dice un vecchio proverbio – continua il direttore -. Mora è stato un grande manager dove tutti andavano e faticavano per essere ricevuti. Prima la storia di Ruby, poi questa della bancarotta che si trascina da tempo hanno portato a una condizione molto triste”.

Tra una settimana esatta Lele Mora si troverà di fronte a un’altra pesante ‘tegolà giudiziaria. Lunedì 27 giugno, infatti, davanti al gup di Milano Maria Grazia Domanico, prenderà il via l’udienza preliminare che lo vede imputato, assieme a Emilio Fede e Nicole Minetti, per induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, per il caso Ruby. Stando alle indagini della Procura di Milano, infatti, l’agente dei vip avrebbe avuto il compito, assieme a Fede, di selezionare le ragazze, anche tra quelle della sua “scuderia”, per i presunti festini a luci rosse nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi. E a volte, sempre secondo l’accusa, si sarebbe reso disponibile a riaccompagnarle a casa. Nicole Minetti, invece, avrebbe fatto da intermediaria per i compensi alle giovani.

Il talent scout, come gli altri due imputati, è accusato poi di aver adescato Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, a partire dal settembre 2009, quando ancora aveva 16 anni, subito dopo un concorso di bellezza in Sicilia. Dal procedimento a carico dei tre, è stata stralciata la posizione di Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile, che è già a processo (prossima udienza fissata per il 18 luglio). Secondo i pm, Mora e gli altri due imputati avrebbero ‘arruolatò per le feste di Arcore, oltre alla minorenne Ruby (tra febbraio e maggio dell’anno scorso), 32 ragazze maggiorenni, dal 2009 e fino al gennaio scorso, tra cui numerose ‘starlettè tv e modelle, come le gemelle napoletane Imma e Eleonora De Vivo e la brasiliana Iris Berardi. Nella richiesta di processo dei pm milanesi è contenuto un lungo elenco di fonti di prova a carico dei tre: dalle intercettazioni ai contratti d’affitto per gli appartamenti del residence di via Olgettina. Fino alle deposizioni di Ambra Battilana e Chiara Danese, ex miss e due delle cinque testimoni chiave dell’accusa sui presunti festini nella residenza del premier. Lo scorso 12 maggio, Mora organizzò una conferenza stampa in un locale alla moda milanese per difendersi dalle accuse e per sostenere che Ruby venne portata ad Arcore da alcuni “imprenditori milanesi” che conoscono il presidente del Consiglio. Ad Arcore, spiegò, “non è successo niente: erano semplici cene a cui venivo invitato da Berlusconi anche all’ultimo minuto”.

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