Oggi a Lussemburgo i leader europei insceneranno l’ennesima comparsata al capezzale della Grecia. Visto che le tegole dei tetti ateniesi rischiano di arrivarci sulla testa, a beneficio di quanti, digiuni di questioni finanziarie, si chiedono cosa stia accadendo, azzardo un’allegoria agropastorale.

Su un’erta montagna si ergevano due borghi. Nel primo, chiamato Cruco, gli abitanti coltivavano prevalentemente crauti, mentre nell’altro, Levanto, pascolavano pecore. Gli agricoltori erano proverbialmente disciplinati e precisi, si alzavano la mattina presto per andare a zappare, concimavano con cura i campi e mantenevano la parola.

I pastori invece erano gaudenti. Tiravano tardi la sera, talora ubriacandosi, trascuravano gli armenti, mungevano di nascosto le pecore dei parenti. La lana e il latte che producevano non erano sufficienti a sostenere il loro spensierato tenore di vita e quindi si facevano prestare quintali di rinomati crauti di Cruco. Gli agricoltori erano contenti perché essendo molto efficienti producevano più di quanto consumassero. Pero’, si dovevano accontentare di cambiali, che diligentemente mettevano sotto il materasso. Per tutelarsi avevano fatto firmare agli scapestrati un Patto di Stabilità (monitorato da una Commissione Montana) in cui si minacciavano sanzioni draconiane. Ma per quieto vivere queste sanzioni venivano sempre rimandate alle calende levantine. La faccenda durò diversi anni durante i quali gli agricoltori imprudentemente (o colpevolmente) accumulavano cambiali, stolidamente orgogliosi della loro ricchezza (cartacea). I pastori, visto che trovano sempre credito, perseveravano nell’andazzo, pagando gli interessi sulle cambiali con altre cambiali.

Ad un certo punto ai più furbi tra gli abitanti di Cruco venne il sospetto che i Levantini non sarebbero stati in grado di ripagare i debiti e quindi sospesero il credito. I pastori implorarono di ripensarci, sottolineando tra le lagrime che se fossero stati troppo denutriti per lavorare o fossero morti di inedia le cambiali sarebbero diventate carta straccia. Fu chiamata in causa la Commissione Montana.

I Commissari ebbero un’alzata di ingegno. Gli agricoltori avrebbero dato alla Commissione i crauti da prestare ai pastori (ma ad un tasso di interesse più basso) e i Commissari avrebbero personalmente controllato i Levantini, prendendoli a calci se non si alzavano al canto del gallo e non tosavano o mungevano le pecore in modo efficiente. La Commissione chiese anche aiuto ai parenti emigrati a Washington, i quali acconsentirono, ma spedirono uno sceriffo con la fama di duro e il grilletto facile per dissuadere chi non rigasse dritto.

Purtroppo le cattive abitudini erano così diffuse a Levanto che il rigore non attecchì. E anche gli sceriffi al massimo sparavano in aria: un debitore morto non ripaga il dovuto. Dopo un anno la situazione era cambiata poco. Occorreva sempre molto credito per far andare avanti la baracca, i pastori si ribellavano periodicamente contro il nuovo (blandamente) austero stile di vita, maledicevano gli agricoltori spuntando loro in faccia, insultavano lo sceriffo e rivangavano con la morte nel cuore i tempi in cui ci si svegliava a mezzogiorno con l’odore dell’agnello che saliva dalla griglia. Le cambiali continuavano ad accumularsi (anche se un po’ meno di prima) non più sotto i materassi, ma negli armadi della Commissione Montana e nei forzieri americani.

Come finì? Siccome questa è una favola (e non voglio traumatizzare ulteriormente i bimbi di Via XX Settembre dopo la scoppola di Moody’s) propendo per il lieto fine. Tra gli abitanti di Cruco si iniziò a litigare tra quelli che volevano cacciare i pastori dalla montagna, quelli che rivolevano i soldi sull’unghia, quelli che intimavano la consegna delle pecore, quelli che insistevano ad ipotecare gli ovili, suscitando lo sgomento dello sceriffo abituato ai metodi spicci e non a un casino di tale portata. Poi, arrivata l’estate, si rassegnarono che una parte delle cambiali valesse meno di quanto indicato sulla carta e che gli scapestrati avrebbero continuato a mangiare a sbafo per un bel pezzo prima di mettere la testa a posto. Per di più gli agricoltori avevano bisogno che qualcuno comprasse l’eccesso di crauti (che sarebbero comunque marciti). Una parte delle cambiali venne ripagata trasferendo al Comune di Cruco qualche ettaro di pascoli e ai coltivatori di crauti la proprietà di un gregge (che rimasero in gestione ai Levantini in cambio di un affitto). Gli sceriffi rimasero a lungo sulla montagna e dopo molti anni i loro crediti furono venduti, a sconto, a mercanti dagli esotici occhi a mandorla. Ma questa, come ci si limita ad accennare nelle favole, è un’altra storia.

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