Un’interrogazione parlamentare e un esposto alla magistratura per fare luce sul “disastro ecologico” nell’area di Malpensa. L’indiscrezione trapela direttamente dallo staff del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, dopo l’inchiesta del Fattoquotidiano.it che oggi ha rivelato i danni causati dal sorvolo degli aerei all’ambiente e alla salute delle popolazioni che vivono nei comuni in un raggio di circa 100 chilometri. Nei giorni scorsi c’erano stati contatti tra lo staff del primo cittadino e la redazione che ha messo a disposizione i documenti e soprattutto ha chiesto al neosindaco di assumere una posizione chiara sulla vicenda, sia perché il Comune è il primo azionista della società di gestione Sea, sia per l’intenzione confermata dalla nuova giunta di procedere sulla strada della quotazione, un’operazione pianificata in autunno ma già iscritta a bilancio dalla giunta Moratti.

L’interrogazione riguarda gli effetti degli idrocarburi incombusti sulla salute e sulla vegetazione nell’area naturalistica protetta del Parco del Ticino, a ridosso della quale a fine anni Ottanta è sorta Malpensa. E ovviamente le responsabilità correlate ai danni. Occorre chiarire, infatti, se negli anni di sviluppo dell’aeroporto siano state prese in considerazione e applicate tutte le misure di mitigazione dell’inquinamento su centri abitati e sulla riserva naturale. Da quanto accertato finora, pare proprio di no. E che anche gli sviluppi pianificati nel prossimo decennio seguano la stessa strada lastricata di decreti, varianti urbanistiche, deroghe al piano regolatore. Nessuna Valutazione di impatto ambientale (Via) per prevedere gli effetti di una ulteriore espansione sul fronte ambientale, economico e sociale. Forse l’interrogazione potrà mettere un punto fermo sull’allarme salute, visto che negli ultimi anni numerosi studi hanno rafforzato il dubbio di un aumento delle patologie correlate al sorvolo aereo.

La partita tra comitati ambientalisti, singoli comuni e cittadini contro il gigante aeroportuale risale al 1999. In quell’anno parte una causa-pilota intentata, e poi vinta, da un privato. La sentenza arriverà nel 2008 con una condanna per la Sea a risarcire per danno ambientale la proprietà Quintavalle con 5 milioni di euro. Sea ha presentato ricorso ma da allora nuovi studi hanno evidenziato crescenti problematiche sanitarie e ambientali. Negli ultimi due anni Arpa Lombardia ha effettuato numerose campagne di misurazione nei comuni di sedime aeroportuale e ha riscontrato livelli di ozono, idrocarburi, metalli pesanti e particolato superiori alle soglie consentite. Con quali effetti sulla salute lo rivela poi un’indagine epidemiologica della Asl della Provincia di Varese condotta nei comuni intorno allo scalo varesino. L’analisi è stata condotta per volontà del Comune di Casorate Sempione sugli otto comuni di sedime del Cuv (Consorzio urbanistico volontario) sui dati clinici di dodici anni (1997-2009). L’analisi ha registrato un aumento della mortalità per malattie respiratorie del 54,1 per cento e un balzo nei ricoveri ospedalieri pari al 23,8 per cento, contro medie per tutta la provincia del 14 e del 7,8 per cento.

Anche un recentissimo studio dell’Università Cattolica di Brescia sulla qualità dell’aria mette in croce Malpensa. A questo punto quattro comuni hanno deciso di affidarsi a un legale mentre Casorate Sempione, sovrastato dalle rotte in decollo, ha deciso di portare l’intero dossier raccolto dal Fattoquotidiano.it direttamente in Procura per fare un esposto. Insomma, sotto i cieli di Malpensa è iniziata una nuova guerra legale con cui il gigante aeroportuale e Milano ora devono fare i conti.

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