Sono davvero tante le signore dell’edizione 2011 del Biografilm festival, in pieno svolgimento in questi giorni. Donne forti, donne di oggi che raccontano la realtà o ne sono testimoni, tuttavia una domanda nasce spontanea. Che cosa c’entrano queste donne con l’immagine femminile e con l’atmosfera degli anni ’80, tema del festival di quest’anno?

Come annunciato dagli organizzatori sono molte le donne autrici e registe invitate a Bologna con le loro opere, così come sono numerosi i focus al femminile.

Prima fra tutte la madrina di quest’anno, la ex-modella bengalese Bibi Russell, oggi stilista in Bangladesh dove è tornata qualche anno fa per contribuire all’emancipazione del suo paese fondando la Bibi Productions e sposando la causa umanitaria dei tessitori locali. Il ritratto di questa donna forte e sensibile esce imponente dal documentario Silken Synergy proiettato in questi giorni al cinema Lumiere  e diretto da un’altra delle donne del festival, la regista e fashion editor di origini indiane Soniya Kirpalani, che oggi vive e lavora a Dubai.

Tra i nomi delle documentariste presenti al festival spiccano poi quelli di Rachel Grady e Heidi Ewing, già candidate all’Oscar nel 2007 con Jesus Camp sulla comunità evangelica americana, e presenti al Biografilm con due documentari, Freakonomics e 12th & Delaware.

Tra le registe italiane è attesa per venerdì Enza Negroni che presenterà Lo chiamavamo Vicky su Pier Vittorio Tondelli, mentre Maria Silvia Bazzoli autrice con Christian Lelong del film, è stata presente al festival con Moustapha Alassane, cinéaste du possible.

E poi numerose, forse troppo, le “figlie di” o “nipoti di” al festival per raccontare le vite dei loro illustri genitori o progenitori: Diane Disney Miller, figlia del grande Walt, che sarà premiata con il Lancia Celebration of Lives per il Walt Disney Family Museum; Cass Warner, regista di The Brothers Warner e nipote di Harry Warner; Maria Sole Tognazzi presente con il film dedicato al padre.

Anche l’immagine scelta per descrivere e annunciare il festival di quest’anno viene da una mano femminile e dal mondo della moda. Si è scelto infatti di rappresentare il tema dell’edizione 2011, ossia gli anni ’80 attraverso le fotografie di Maripol, la fashion stylist che ha inventato stili e trasformato l’immagine di grandi artisti della New York anni’ 80 come Madonna, Grace Jones, Keith Haring e Basquiat. Il manifesto di Biografilm 2011 è infatti un aggressivo scatto che Maripol fece in quegli anni a Madonna, che deve a lei il suo look romantico-borchiato di quel periodo ma ormai abbandonato da tempo.

Donne protagoniste, quindi. Tuttavia qualcosa che stride sembra esserci. A partire da quel forte divario tra l’immagine di Madonna che campeggia sui manifesti e il viso di Ingrid Betancourt o di Vandana Shiva. Allo stesso modo è difficile mettere in relazione la storia personale di Bibi Russell, ex modella oggi impegnata per il suo paese, e quella di Maripol che sembra rimanere ancorata ad anni che sono finiti ormai e che soprattutto le giovani generazioni sono difficilmente in grado di capire a fondo. E non è detto che il ritorno della moda anni ’80 nei negozi di abbigliamento sia sufficiente a leggere un’epoca o ne giustifichi l’esaltazione.

E che dire poi della retrospettiva dedicata in questi giorni a John Hughes definito dagli organizzatori del festival “il cantore dell’adolescenza, maschile e femminile” di quell’epoca? Era necessario riesumare pellicole come Bella in rosa, La donna esplosiva o Una pazza giornata di vacanza che ormai anche le tv commerciali hanno tolto dalla programmazione dei pomeriggi d’estate? Siamo certi che, come dicono sempre gli organizzatori, Hughes abbia “insegnato a una generazione a crescere prendendola per mano, anche se ereditava un mondo che stava cambiando e che nessuno era in grado di spiegare”? Una cosa è certa, se gli anni ’70 e la loro ricchezza culturale e artistica, pur essendo più lontani nel tempo, sono ad oggi più vicini alle nuove generazioni, un motivo ci sarà.

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