Un mese, 720 ore, 43.200 minuti, tanto è passato dal nostro ingresso nel rifugio. Un sacrificio fatto di poco sonno, poco cibo e soprattutto poca aria. Non è stata certo una passeggiata, alcuni momenti sono stati veramente duri. Avevamo voglia di uscire, andare per le strade a gridare quanto sia stupido tornare al nucleare mentre il vento della storia soffia fortissimo verso le rinnovabili. In certi momenti ci saremmo accontentati di uscire anche solo per un’ora, fare una passeggiata e goderci un po’ di sole. La nostra determinazione però ci ha spinti a rimanere, cercando di comunicare la nostra esperienza a chi in quel momento ci stesse leggendo, guardando, ascoltando.

Abbiamo fatto interviste alla radio, scritto sui giornali, realizzato video, risposto ai commenti sul nostro sito www.ipazzisietevoi.org…Volevamo aprire gli occhi anche alle persone che la pensano diversamente da noi, persone con cui difficilmente ci era capitato di condividere qualcosa prima. Abbiamo avuto molti riscontri e grandi soddisfazioni, ma se siamo riusciti nel nostro intento oppure no lo sapremo lunedì 13, quando avremo i dati sull’affluenza alle urne.

Quello che ci fa ben sperare sono le notizie degli ultimi giorni, Margherita Hack che dichiara di votare Sì al Referendum e il Presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Medica che stronca senza mezzi termini la posizione “politica” del Prof. Veronesi sul nucleare: “sono troppi i probabili pericoli per giustificare gli eventuali benefici; la lotta ai tumori è già di per sé molto dura, non è il caso di aumentare i rischi. Un oncologo non può essere favorevole al nucleare”. Quando abbiamo detto che gli unici motivi per fare le centrali sono gli enormi appalti, gli interessi personali di pochi e il giro di soldi che ruotano intorno al nucleare non avevamo torto…

Ma la battaglia è tutt’altro che finita. Quello che dobbiamo fare adesso è mobilitare le persone, far capire a tutti che questa è un’occasione unica e irripetibile. Questo referendum non è una questione di destra o sinistra. Questo voto è mille volte più importante perché siamo noi a decidere, in maniera diretta. Negli ultimi anni la distanza tra la politica e i cittadini non ha fatto che aumentare, portando molte persone a perdere fiducia nel sistema e nella democrazia. Il referendum è l’occasione per riavvicinare le persone alla politica, per ridurre questa distanza e restituire importanza al voto. Dai credenti agli atei, dai leghisti agli anarchici, dai rassegnati ai militanti, portiamo tutti ad esprimere il loro Sì.

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