Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani annuncia il ritiro del piano di tagli da parte di Fincantieri

L’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha ritirato il piano industriale dell’azienda che prevedeva il taglio di oltre 2mila posti di lavoro. “Se queste sono le vostre richieste ritiro il piano”, ha dichiarato l’ad durante il tavolo con governo e sindacati. “Se non si troveranno soluzioni di ristrutturazione e riconversione condivise, non si procederà nel frattempo alla chiusura di nessun cantiere”, ha ribadito al termine del faccia a faccia il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani.  Hanno ottenuto quindi quello che volevano i circa 2mila lavoratori arrivati a Roma dalla Campania e dalla Liguria per protestare sotto alla sede del ministero contro il piano industriale dell’azienda triestina. Eppure non sembra ancora spenta l’eco della polemica. “Auspichiamo che il ritiro del piano possa esorcizzare la crisi mondiale e che da domani possano affluire navi in quantità”, commenta l’azienda in una nota tra il polemico e l’ironico.

Tra le richieste dei manifestanti c’era lo stop ai 2.550 tagli ipotizzati dal piano, che prevedeva la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente e Castellamare di Stabia, nonché il ridimensionamento di Riva Trigoso. “La nostra situazione economica è pesante, la cassa integrazione si sente sia sullo stipendio che sul reddito – ha aggiunto un operaio in corteo – e chi ha dei bambini sa cosa vuol dire”. All’annuncio del ritiro del piano, i toni sono del tutto cambiati anche tra i manifestanti. Il coro “Il cantiere non si tocca” è stato subito sostituito da un grido: “Bono sei bellissimo”. La notizia è stata accolta tra gli applausi e i canti degli operai.

Alla testa della manifestazione alcuni sindaci liguri, che hanno sottolineato “l’importanza che gli stabilimenti Fincantieri hanno per il territorio”. Tra loro anche rappresentanti di centrodestra. E’ il caso di Claudio Muzio, sindaco di Casarza Ligure, comune di settemila abitanti che “vive grazie allo stabilimento di Riva Trigoso”. Ha raccontato il sindaco: “mio padre, che ha 90 anni e con 40 anni di stabilimento sulle spalle, ha pianto. L’ho dovuto vedere piangere come un bambino quando gli ho detto che lo stabilimento, probabilmente, avrebbe chiuso”. Roberto Bagnasco è invece un consigliere regionale del Pdl: “Il Governo deve darci risposte e sbloccare il piano di ristrutturazione. Per anni ho fatto il sindaco di Rapallo e posso dire che questi comuni, senza gli stabilimenti, moriranno”.

Bono, ad di Fincantieri, dopo avere annunciato lo stop ai licenziamenti, ha espresso la speranza “che così si possano esorcizzare le tensioni. Sono una persona che si assume le sue responsabilità, ma con gli attacchi subiti da tutte le parti, da destra e sinistra, anche la mia forza viene meno”. Attacchi che però non sono mancati neanche dopo il ritiro del piano. “Il dottor Bono ci deve una spiegazione – ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto -. Proprio alla vigilia delle elezioni ha proposto un piano del tutto provocatorio dal punto di vista sociale e adesso lo ritira. Una persona responsabile non lo avrebbe neanche avanzato con quei contenuti e in quei tempi”. Il resto del mondo politico ha invece espresso soddisfazione per la decisione di Bono. Seppur con la richiesta di dare inizio adesso a un piano di rilancio, per evitare che situazioni come questa possano ripetersi.

Articolo Precedente

Teniamo viva l’energia di piazza Duomo

next
Articolo Successivo

Gruppo Marcegaglia condannato dal giudice del lavoro per comportamento antisindacale

next