L’ultimo scandalo del calcio italiano non è certo un fulmine a ciel sereno. Sono stati numerosi i campanelli d’allarme negli ultimi mesi per quanto riguarda i flussi di denaro sulle scommesse dei campionati. Di serie B, Lega Pro e non solo. Più volte i bookmaker sono stati costretti a chiudere le giocate su alcune partite, anche della Serie A. Spesso, gli stessi siti di raccolta di scommesse online hanno pubblicamente denunciato queste anomalie. In qualche caso la stessa Federazione Italiana Gioco Calcio ha aperto dei fascicoli d’inchiesta. Ma indagini e denunce non hanno portato a nulla, almeno fino a che non ha fatto irruzione sulla scena la procura di Cremona.

L’anomalo flusso di denaro su determinate partite è iniziato da diverso tempo. Partiamo da quel Brescia-Bologna (3-1) di cui si parla in queste ore. Eurobet, un concessionario Aams per la raccolte di scommesse online, pochi giorni prima del match denunciò delle stranezze nelle puntate: “Abbiamo riscontrato un flusso di giocate superiore di quasi due volte rispetto al derby Milan-Inter, su una partita di minor interesse e che si giocherà tra cinque giorni“. Il concessionario decise di non chiudere le scommesse: “Il gioco resta aperto, anche se la grande quantità di puntate sull’ ‘1’ per il Brescia ci ha spinto a ridurre la quota, da 2.00 a 1.60, e a chiudere alcune scommesse ‘collaterali’, come risultato esatto, somma gol e risultato parziale-finale”. La quota della vittoria del Brescia crollò presso tutti i concessionari, e, nonostante le rassicurazioni del tecnico Malesani e del direttore generale Pedrelli, arriva la vittoria dei lombardi. La procura della Federcalcio aprì una mini-istruttoria, che si è conclusa senza esito alcuno.

Proprio nella stessa giornata di Brescia-Bologna, i medesimi allarmi si addensarono su Sampdoria-Chievo, partita che – ad oggi – non risulta ufficialmente tra quelle su cui la magistratura di Cremona sta indagando.

In realtà, fu proprio la procura federale ad aprire un’inchiesta a seguito delle anomalie sulle giocate. Nove giorni prima dell’incontro iniziarono ad arrivare moltissime e consistenti somme di denaro sul pareggio. Una stranezza che costrinse molti operatori a chiudere in anticipo ogni tipo di scommessa. L’anomalia destò allarme non solo in casa nostra, ma anche all’estero, dove quasi tutti i bookmakers cancellarono la partita dai propri palinsesti. La partita finì 0 a 0, la Gazzetta dello sport titolò “Chievo-Samp pari e noia, a Verona portieri in vacanza”. Di quell’inchiesta della Figc, finora, non abbiamo saputo nulla.

Tra le partite sotto la lente d’ingrandimento della procura di Cremona c’è anche Padova-Atalanta, finita con il risultato di 1 a 1. Anche qui, puntuale, era risuonato il campanello d’allarme dei bookmakers. Ed immancabile era arrivata anche l’apertura di un’inchiesta da parte della procura federale. Risultati? Zero. La Snai quotava il segno ‘x’ 1,30, mentre solitamente un pareggio si aggira intorno  al 2,5-2,80 quando la partita è tecnicamente in equilibrio.

Sospetta, per la procura di Cremona, è anche un’altra partita dell’Atalanta, anch’essa  finita nel mirino della procura federale. Si tratta della vittoria contro il Piacenza. Un 3 a 0 per i padroni di casa che fece molto discutere. Anche in questo caso la segnalazione fu tempestiva. Ventiquattro ore prima della partita i Monopoli di Stato hanno segnalato alla procura della Federcalcio un afflusso anomalo di scommesse sul segno ‘1’, e sulle varianti ‘Primo Tempo-Finale’. La partita si risolse nei primi 45 minuti, con i nerazzurri  in vantaggio per 3 a 0. Anche in questo caso è lecito domandarsi che fine abbia fatto il lavoro della Federazione. Sarebbe mai accaduto qualcosa se non fosse intervenuta la procura di Cremona?

Alla procura federale pervenivano tutte le segnalazioni di movimenti anomali sulle scommesse. Stefano Palazzi, il procuratore federale, spesso apriva dei fascicoli d’inchiesta, il più delle volte senza conseguenze. E’ andata avanti così per mesi.

Prendiamo una delle 18 partite sospette secondo i giudici di Cremona. Spal-Cremonese del 16 gennaio. Il risultato finale del match non coincise con quello ipotizzato dagli scommettitori coinvolti, ma fu indicata dai bookmakers come partita dal flusso di denaro piuttosto anomalo. Lo stesso tipo di allarme fu sollevato dai bookmakers anche in merito alla partita di andata del 6 settembre 2010,  che si concluse con la sconfitta dei padroni di casa per 4 a 1. La procura federale ha aperto un fascicolo su quell’incontro. Ma viene da chiedersi che fine abbia fatto l’inchiesta della procura federale.

Ma c’è di più. Alla fine del 2010, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Maurizio Ughi, presidente della Snai, aveva lanciato un vero e proprio ammonimento. “La Federcalcio non può restare a guardare: siamo di fronte a un problema che coinvolge direttamente le istituzioni. Le partite con flussi di puntate anomale sono in aumento. E guarda caso il risultato finale quasi sempre coincide con i nostri sospetti. Ecco perché serve un’azione preventiva da parte della Figc. Una risposta forte per tutelare la credibilità dell’ intero sistema”.

Un grido di allarme che evidentemente non ha fatto breccia tra le mura di Via Allegri, almeno fino agli ultimi giorni. Perché, con inedita solerzia, la Figc ora annuncia di essere in prima fila “per fare chiarezza e pulizia”, informando che Stefano Palazzi ha già richiesto al Pm Di Martino gli atti dell’inchiesta.

di Marco Esposito

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