La maggioranza non lo vuole. Opposizione e ambientalisti si sono già mobilitati affinché si svolga. Ma il verdetto definitivo sul referendum sul nucleare arriverà solo oggi. Con la riunione di stamattina dei giudici della Corte di Cassazione, chiamati a decidere del destino della consultazione elettorale diretta. Previsto per il 12 e 13 giugno, il referendum era stato fermato il 31 marzo, quando la maggioranza aveva posto la fiducia sul Decreto Omnibus. Lì era stata inserita una “moratoria sul nucleare”, cioè una sospensione di 12 mesi al ritorno dell’energia atomica in Italia.

Oggi, i 17 giudici dell’ufficio centrale per il referendum, più il presidente Antonino Elefante, esamineranno il testo del decreto. Il Comitato per il referendum sul nucleare ha già depositato una memoria sui quesiti referendari, ma non è escluso che oggi stesso altri documenti vengano presentati dalle altre parti coinvolte, tra cui la presidenza del Consiglio. Tre le possibili strade per la Corte: decidere che il quesito abrogativo della realizzazione delle centrali non debba essere più sottoposto a referendum; che il quesito non è coinvolto dalla nuova legge e che quindi il referendum vada svolto normalmente; che i quesiti vadano riformulati alla luce della nuova legge e sottoposti a consultazione popolare. In quest’utlimo caso, bisognerà ristampare le schede per il 12 e 13 giugno con un nuovo testo.

“Non mi sono mai occupato del referendum – ha commentato ieri il premier Silvio Berlusconi – Sono convinto che il futuro sia nel nucleare, ma se la gente non lo vuole, non lo vuole…”. A occuparsi del futuro della consultazione sono invece le opposizioni tutte, con una varietà di strumenti. Un’istanza per la conferma del referendum è stata presentata ieri in Cassazione dal Pd, mentre un gruppo di parlamentari dell’opposizione ha presentato un esposto all’Agcom, affinché sia verificata la correttezza della tv pubblica riguardo alla messa in onda degli spot informativi sui referendum. I Verdi hanno poi promosso una veglia notturna ieri sera a piazza Venezia, “con l’augurio che domani arrivi uno stop ai trucchetti con i quali si vuole togliere agli italiani il diritto di parola e la libertà di scegliere sulla propria sicurezza e il proprio futuro”. Per affrontare la questione del raggiungimento del quorum, tutta l’opposizione, da Idv al Terzo Polo, che ieri ha fatto passare alla Camera il decreto legge che consente ai cittadini all’estero per motivi di servizio e ai militari impegnati nelle missioni umanitarie di votare su richiesta per corrispondenza.

Contro lo stop della maggioranza anche le oltre 80 associazioni del Comitato per il referendum sul nucleare. Secono le quali Berlusconi “fa il gioco delle tre carte”. “Se il governo avesse voluto adeguarsi all’opinione degli italiani – rispondono al premier – avrebbe lasciato che si esprimessero col referendum, senza tentare di boicottare la consultazione del 12 e 13 giugno”. Fiduciosa nella decisione della Corte di Cassazione è il Wwf Italia. Nella memoria presentata ai giudici si citano precedenti sentenze in cui la Corte stabilisce chiaramente, specificano dall’associaizone, che “se l’intenzione del legislatore rispetto alla norma oggetto di referendum rimane fondamentalmente identica”, la consultazione non può essere bloccata. Altrimenti, spiegano, “la sovranità del popolo verrebbe ridotta ad una mera apparenza”.

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