I tifosi del Bologna masticano amaro, in queste ore, e non tutti vogliono commentare l’indagine della procura di Cremona sul calcio scommesse che ha coinvolto anche l’ex calciatore Beppe Signori, ora agli arresti domiciliari. Gianni Morandi, cuore rossoblù da sempre e dallo scorso dicembre presidente onorario della squadra, è cortese ma perentorio. “Su vicende del genere preferisco non esprimermi. Nel caso lo ritengano opportuno, lo facciano altri”.

Andrea Mingardi, invece, parla di “plotone d’esecuzione mediatico”. “Sono molto affezionato a Beppe”, afferma il cantautore, “e ho visto l’ondata mediatica che questa indagine ha scatenato contro di lui. Personalmente credo che Signori sia innocente e che sia stato coinvolto da qualcuno a causa della sua agenzia di scommesse. Quando verrà dimostrato che non c’entra con questa vicenda, come penso che avverrà, chi lo risarcirà per essere stato descritto nei termini usati oggi? Se invece risultasse invischiato, be’, allora il colpo sarebbe forte”.

Maurizio Cevenini, oltre che il politico più votato di Bologna ancora alle recenti elezioni comunali, è anche un grande sostenitore della squadra rossoblù. “Da tifoso del Bologna, devo dire che questa storia mi addolora molto e mi provoca una profonda amarezza. Beppe Signori è stato una bandiera ed è rimasto legato alla città. Partendo dal doveroso presupposto che la magistratura deve fare il suo corso e siamo solo all’inizio dell’indagine, la vicenda resta comunque brutta e riapre scenari, quelli sul calcio scommesse, che speravamo dimenticati. Mi auguro che Signori riesca a chiarire la sua posizione”.

La riflessione del “Cev” poi si estende ad altro calciatore del Bologna finito nei guai recentemente. È il caso dei pass invalidi e dell’indagine sul bomber Marco Di Vaio per falso e truffa avviata dalla procura della Repubblica di Bologna. “Senza voler generalizzare sui calciatori nel loro complesso”, aggiunge Cevenini, “occorre osservare anche che il mondo del pallone è un mondo che porta a vivere con troppa leggerezza. È fatto di riflettori, di compensi da capogiro. Invece occorrerebbe tornare ai valori dello sport, quelli da infondere ai ragazzi che si avvicinano al calcio, e cercare di allontanare le tentazioni di un mercato su cui circolano cifre quasi inimmagibili. Sia Signori che Di Vaio sono vessilli per Bologna. Per continuità e presenze richiamano alla memoria personaggi come Giacomo Bulgarelli, capitano della squadra e che vinse lo scudetto nel 1964. Le ombre gettate su quei vessilli non dovrebbero calare: Bologna e la sua squadra non se lo meritano”.

a.b.

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