Il neo-sindaco di Trieste, candidato per il centrosinistra, Roberto Cosolini

Il vento del cambiamento è arrivato fino all’estremo nord est. Roberto Cosolini ha scalzato il centrodestra – poco rappresentato dallo sfidante Roberto Antonione – ed è ora il nuovo sindaco di Trieste. Esplode piazza Unità: dove di solito la bora soffia a 180 km all’ora, oggi soffia un vento nuovo. Dopo dieci anni di amministrazione di centrodestra, Cosolini, con il 57,51 per cento delle preferenze, ha battuto per quasi 14mila voti l’avversario Roberto Antonione, fermo al 42,49 per cento [Leggi i risultati del ballottaggio].

“Sono felice e emozionato. Credo che oggi sia un bellissima giornata per Trieste – dice il nuovo sindaco – I triestini oggi hanno scelto di guardare al futuro”. Sugli abitanti del capoluogo giuliano, tradizionalmente conservatori, ha pesato secondo il nuovo primo cittadino sia “il vento del cambiamento nazionale” sia la capacità della sua coalizione di “parlare con la gente”. “Abbiamo dato l’idea di una bella politica”, commenta Cosolini che ha seguito lo spoglio da casa con la sua famiglia e ora si unisce alla piazza. “I triestini non hanno scelto la brutta politica che impone lo spettro del comunismo e di zingaropoli – aggiunge – ma una politica che si concentra sul futuro e che darà a questa città lo slancio che merita”.

I suoi primi dieci minuti da sindaco, Cosolini li dedica già ai progetti futuri. “Una giunta rappresentativa e di alto profilo” sarà la prima cosa da dare a Trieste. Tra le altre priorità, “lavoro e ripresa economica”, spiega il neo-primo cittadino di centrosinistra, “ma anche all’accoglienza alle esigenze degli esclusi”. E il centrosinistra del Friuli Venezia Giulia festeggia anche alla Provincia triestina, con la conferma della candidata Maria Teresa Bassa Poropat, che ha battuto il candidato del Pdl, Giorgio Ret, per 58,67 a 41,33 per cento.

La vittoria di Cosolini, già in vantaggio al primo turno, è stata aiutata anche dalla separazione del centrodestra, che ha deciso di correre in ordine sparso, ognuno con il suo candidato. Nel sistema delle coalizioni, il neo-sindaco era riuscito nell’intento di unire tutto il centrosinistra, da Vendola a Diliberto fino a Di Pietro. Erano e sono rimasti fuori anche al ballottaggio i grillini di Paolo Menis che, dopo aver ottenuto un 6,01 per cento del primo turno, non hanno dato indicazioni di voto. Lo sfidante Antonione, ex presidente della Regione, ex sottosegretario agli Esteri, ex coordinatore nazionale di Forza Italia, ha invece raccolto sotto il suo ombrello al secondo turno solo la Lega Nord. Il candidato scelto da Silvio Berlusconi – che di Antonione ha tenuto a battesimo la figlia, ma che a Trieste in campagna elettorale non si è mai visto – contava di raccogliere i pezzi sparsi a destra in vista del ballottaggio. Perché a Trieste, città dell’irredentismo e tradizionalmente conservatrice, un sindaco di sinistra praticamente non c’è mai stato. L’unica parentesi, prima di Cosolini, è stata rappresentata da Riccardo Illy, un outsider della politica.

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