Bastano la presenza di Celentano e le sue parole e il centrodestra torna immediatamente ad attaccare Michele Santoro e Annozero. “Adriano Celentano viola la par condicio” dicono dal Pdl dopo che durante la trasmissione il cantante ha dichiarato la sua preferenza per Giuliano Pisapia candidato sindaco a Milano. All’indomani di una puntata dagli ascolti record, con quasi 6 milioni di spettatori, il centrodestra si scatena sulla trasmissione di Michele Santoro e con quattro commissari Agcom e il capogruppo Pdl in Vigilanza Butti chiede all’Autorità di aprire un’istruttoria.

Per parte sua Santoro parla di “interventi censori” e all’Authority manda a dire: “Non si presti a questa strumentalizzazione indegna”. La commissione servizi e prodotti dell’Agcom, che dovrà esaminare l’esposto, si riunirà lunedì, dopo il consiglio.

Il clima si infuoca dal mattino con i quattro commissari Agcom di area di maggioranza, Antonio Martusciello, Stefano Mannoni, Roberto Napoli e Enzo Savarese, che chiedono agli uffici di aprire con urgenza un’istruttoria sulla puntata. “Oggetto di accertamento, per presunta violazione delle norme sulla par condicio – precisano – è l’intervento di Adriano Celentano, nel corso del quale il cantante ha manifestamente espresso le proprie preferenze di voto in favore del candidato Giuliano Pisapia nel turno di ballottaggio che si svolgerà a Milano il 29 e 30 maggio, contravvenendo così all’esplicito divieto previsto dall’art. 5 comma 2 della legge 28/2000”.

Santoro replica, accusa i quattro commissari di comportarsi “come rappresentanti di partito e non come membri di un’Autorità indipendente”. Poi sull’intervento di Celentano arrivano anche le dichiarazioni del capogruppo Pdl in Vigilanza Alessio Butti, che annuncia due nuovi esposti, uno contro Annozero per le dichiarazioni del cantante e l’altro contro il Tg3 : “Hanno violato non solo le regole deontologiche del giornalismo ma anche i principi di obiettività, equità ed imparzialità di trattamento dei soggetti concorrenti, previste dal regolamento Agcom dell’aprile 2011”, tuona Butti, “le regole devono valere per tutti”. Il riferimento alle multe piovute contro Tg1, Tg2, Tg4, Tg5 e Studio aperto per lo spazio concesso al premier Berlusconi, è chiaro.

A difesa di Annozero insorge il centrosinistra con Vincenzo Vita del Pd e Pancho Pardi dell’Idv. Roberto Zaccaria, anche lui Pd, che del servizio pubblico è stato presidente, interviene per chiarire che la par condicio non riguarda gli ospiti: “Ricordo che anni addietro si voleva bloccare un’intervista di Biagi a Montanelli perché il grande giornalista manifestava preferenze di voto – dice -. La legge sulla par condicio era in vigore ed il programma andò regolarmente in onda”.

Anche Santoro interviene di nuovo, cita gli articoli della legge, ribadisce la sua convinzione che l’interpretazione non debba essere quella restrittiva indicata dal Pdl: “Adriano Celentano – ricorda – ha manifestato la sua preferenza per Pisapia in un libero contraddittorio con Maurizio Lupi, al quale è stato affidato il coordinamento della campagna elettorale a favore di Letizia Moratti. Lo aveva già fatto in un’altra occasione senza suscitare alcun intervento da parte dell’Agcom”.

Insomma, conclude il giornalista: “Siamo di fronte ad interventi di chiara natura censoria, mossi da una forza politica che sta cercando di comprimere gli spazi di informazione e la libertà di espressione perchè si trova in manifesta difficoltà nei confronti dell’elettorato”.

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