Fallisce l’assalto della Lega a Bologna. Si ferma davanti a quel 50,4 % che permette a Virginio Merola di diventare sindaco al primo turno. Le visite dei ministri e dei big del Carroccio, da Giulio Tremonti a Roberto Maroni, non sono bastate per  il colpaccio alla Lega Nord. La delusione è tutta sul volto teso e stanco di Manes Bernardini, che solo a notte inoltrata decide di parlare: “Merola ha vinto per un pungo di voti. Mi complimento con lui ma la città voleva altro”.

Il centrodestra chiude con il 30,3% delle preferenze, a fronte del 29,1% ottenuto dalla coalizione di Alfredo Cazzola nel 2009. Il Carroccio registra un segno positivo, ottenendo circa 7 punti in più  rispetto alle precedenti comunali.

La giornata più lunga il candidato di Lega e Pdl la passa lontano dalla sede elettorale e alla larga dai microfoni. Durante tutto il pomeriggio in pochi si fanno vedere alla Casa del sindaco. Intorno alle 17.30 ecco Fabio Garagnani, deputato e coordinatore cittadino del Pdl che, cauto, commenta le prime proiezioni: “È ancora presto per esprimersi. L’importante è andare al ballottaggio”. Lo segue Michele Facci del Pdl che, arrivato circa un’ora dopo, difende la scelta di Manes Bernardini come candidato per la poltrona di primo cittadino: “Il ballottaggio è un risultato ancora alla nostra portata. La scelta di Bernardini è stata una scelta corretta. Ha saputo scaldare i cuori dei bolognesi e ha preso più voti di quelli dei partiti che lo sostenevano”.

La speranza si allontana col passare delle ore. Merola sembra non voler scendere al di sotto del 50%. Ma il Carroccio ci spera ancora: “Dai dai” arriva da dietro una bandiera leghista.

In una Casa del sindaco blindata e, per l’occasione, presidiata da body guard in divisa rigorosamente verde, una trentina di giornalisti e qualche simpatizzante devono aspettare le 22.30 per vedere Bernardini e le due di notte per intervistarlo. Lui arriva di corsa, accompagnato dalla moglie e dalla vicepresidente del senato Rosi Mauro. Sfuggendo ai cronisti, va a rifugiarsi dietro le bandiere leghiste che separano lo staff da tutti gli altri. La prima chiara ammissione di sconfitta tocca a Galeazzo Bignami, consigliere regionale Pdl. Ormai è notte: “Merola ha vinto al primo turno. Sia la Lega sia il Pdl hanno fatto la loro parte e l’hanno fatta bene. Probabilmente è mancata una giusta programmazione”.

Intanto sulla pagina Facebook dell’avvocato di Casalecchio i sostenitori, prendendo atto dell’insuccesso, ringraziano Bernardini e lasciano messaggi di incoraggiamento: “Manes, complimenti perché hai portato una ventata di aria nuova e una nuova speranza. Purtroppo i bolognesi non l’hanno saputo cogliere, votando per partito preso come sempre..In bocca al lupo per una grande opposizione!”. Qualcuno si spinge oltre con azzardati accostamenti in pieno stile leghista: “Se vince Merola, Bologna non ha un Sindaco ma un Ayatollah”.

Sono passate le due, al comitato del Pd è già arrivato Merola per i festeggiamenti. In via Nazario Sauro Bernardini decide di rompere il silenzio. Si presenta davanti ai microfoni, portando in volto i segni della lunga giornata di tensione, e accompagnato da una Rosi Mauro visibilmente emozionata. L’accolgono gli applausi dei sostenitori. “Voglio innanzitutto fare i complimenti al vincitore – inizia – ma l’ha spuntata grazie a una manciata di voti. Siamo comunque soddisfatti della conferma del trend positivo: siamo passati da 1 a 4 consiglieri”. La Lega infatti ha guadagnato qualche punto rispetto alle elezioni del 2009, passando dal 3,1% al 10,72%.

Prende poi la parola Rosi Mauro, che non ha parole tenere per gli alleati azzurri: “Di sicuro qualcosa non ha funzionato in casa Pdl. Noi siamo cresciuti, a loro sono mancati dieci punti, come è possibile? Dovremo discutere di quello che è successo”. La pasionaria del Carroccio annuncia poi un ricorso per verificare la correttezza delle operazioni di voto e delle schede nulle che, secondo lei, quest’anno sarebbero state molte di più rispetto alle elezioni precedenti.

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