Tecnologicamente parlando, l’innovazione corre veloce. Dall’inizio degli anni ’90 ad oggi abbiamo assistito ad un crescente utilizzo di Ict (Information and communication technologies) nel settore dei beni culturali: strumenti sempre più interattivi, presentazioni che mescolano audio/video, ricostruzioni tridimensionali e molto altro. Strumenti che in molti casi hanno consentito agli operatori museali di “raccontare” il museo con modalità nuove.

Ma la tecnologia avanza rapida ed inesorabile e accade che oggi molti archivi siano di difficile lettura e aggiornamento a causa di problemi hardware (il supporto su cui venivano conservati i dati non viene più supportato, se non con costi alti, o perde le funzionalità di lettura) oppure perché i formati informatici con cui venivano salvati i dati vengono a mancare nei software comuni o speciali.

Una problematica, quella della salvaguardia delle memorie virtuali, che non ha l’attenzione che merita anche perché ci sono archivi multimediali che rappresentano un patrimonio preziosissimo. E’ quindi con estremo piacere che segnalo l’iniziativa che ha luogo il prossimo 19 maggio (giornata internazionale dei musei) a Bologna, presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica: La salvaguardia delle memorie virtuali – Giornata di studi, rivolta a operatori museali, sulla conservazione delle memorie informatiche e sulle problematiche dei formati informatici nei musei. L’iniziativa, a cura dell’Istituzione Musei Civici del Comune di Bologna e di Icom Italia, vedrà relatori italiani e internazionali discutere le problematiche in oggetto durante il convegno del mattino mentre nel pomeriggio i lavori riprenderanno sotto forma di barcamp.

Il tema può sembrare molto “tecnico” ma a conferire importanza e attualità a questa problematica ci hanno pensato lo US Holocaust Memorial Museum e Ancestry.com annunciando martedì 3 maggio scorso lo sviluppo di un progetto che ha l’obiettivo di reclutare quanti più volontari possibile per aiutare a costruire il più grande database online al mondo di informazioni sulle vittime dell’Olocausto.

The World Memory Project mira a rendere i 170 milioni di documenti del Museo facilmente consultabili online. Circa 50 mila di questi registri sono attualmente ricercabili per nome sul sito web, ma molto lavoro deve essere fatto, ha detto Lisa Yavnai , direttore del museo Holocaust Survivors and Victims Resource Center. Inoltre, si potrebbero avere 700 microfilm provenienti dalla Polonia. Supporti video e audio che necessitano di gestione, cura, ricerca e di essere attualizzati nelle forme: per essere condivisi al meglio con tutti quanti attraverso un clic. Memorie “virtuali” che contengono la nostra storia e che abbiamo l’obbligo di salvaguardare al meglio.

Articolo Precedente

Un evento rock
da non perdere

next
Articolo Successivo

“L’acqua è di tutti”, quando don Milani parlava dell’importanza di un bene pubblico

next