A poche ore ormai dall’apertura delle urne, c’ è uno sforzo comune che unisce tutti i candidati alla poltrona di Palazzo d’ Accursio. È quello contro l’astensionismo, vero spauracchio di questa competizione. Mentre Bologna si prepara a vivere un’ultima giornata di campagna elettorale con una parata di big, i candidati cominciano a temere le voci della strada raccolte fra banchetti nelle piazze e nella campagna elettorale porta a porta: l’affluenza alle urne potrebbe essere piuttosto bassa e il partito del non voto potrebbe conquistare la maggioranza relativa. Sarebbe una sconfitta trasversale per la politica bolognese.

A farsene interprete in maniera esplicita è stata Amelia Frascaroli, arrivata seconda alle primarie del centrosinistra, oggi alla guida di una lista vendoliana a sostegno di Virginio Merola. Potrebbe essere la sorpresa del turno amministrativo, raccogliendo i favori degli scontenti del Pd che però non vogliono voltare le spalle alla coalizione. “Abbiamo incontrato tanta gente – ha raccontato la Frascaroli – che ci ha risposto di essere stanca e di non voler andare a votare. Stiamo cercando di convincerli che il voto è lo strumento che hanno le persone per decidere sulla propria vita. Domenica e lunedì dobbiamo dare un importante segnale di democrazia e partecipazione: il risultato, poi, lo vedremo”.

E se è vero che nella partita bolognese non ci sono in gioco equilibri politici nazionali come in quella di Milano, tutti considerano l’appuntamento sotto le Due Torri come un tassello decisivo del puzzle complessivo che verrà fuori lunedì sera.

Ne è ben consapevole il Pd, che dopo la sua travagliata storia recente non può permettersi passi falsi. Per questo tira fuori il massimo, schierando il segretario nazionale Pier Luigi Bersani, che questa sera parlerà in Piazza Maggiore: ultimo e simbolico atto della campagna elettorale. L’obiettivo è vincere al primo turno, non solo per risparmiarsi il sempre poco piacevole ballottaggio, ma anche per creare attorno al centrosinistra italiano un sentimento positivo in vista dei ben più probabili ballottaggi di Milano e Napoli.

Gli obiettivi della Lega, che presenta uno dei suoi enfant prodige, Manes Bernardini, come candidato di tutto il centrodestra, sono due. Innanzitutto portare il favorito Merola al ballottaggio per giocarsela al secondo turno in un duello più personalizzato. E, in secondo luogo, compiere uno storico sorpasso sul Pdl. Difficile? Si, ma non impossibile, considerando anche l’effetto traino del candidato sindaco alla lista che lo sostiene. Questa sera l’ultima benedizione arriverà da Roberto Calderoli, presente alle 18.30 all’Hotel Savoya Regency per la chiusura della campagna .

Per il terzo polo ci sarà poi una sorta di battesimo elettorale. Sulla scheda gli elettori non troveranno i simboli di Fli e Udc, ma quello della lista civica che sostiene Stefano Aldrovandi, ex manager ed ex ad di Hera vicino a Guazzaloca. Un esperimento, insomma, che molto somiglia a quello che potrebbe essere il polo della nazione e che a Bologna, al netto delle specificità locali, misurerà le proprie forze. Nel pomeriggio a tirare la volata ad Aldrovandi ci sarà un tandem d’eccezione, formato dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Le probabilità di andare al ballottaggio sono molto scarse. Le possibilità di essere determinanti in un eventuale secondo turno, invece, no.

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