Il Pdl l’ha corteggiato fino all’ultimo, quando i vertici romani hanno preferito cedere la candidatura alla Lega e al suo Manes Bernardini. Oggi, Stefano Aldrovandi si presenta nella corsa per Palazzo d’Accursio con una lista civica che prende il suo nome, e che ha ottenuto l’appoggio di Futuro e Libertà e Udc. Con un passato da vertice di una multiutilities, fa dell’esperienza imprenditoriale il suo vero punto di forza. E, presentandosi alle telecamere del Fatto, dice: “Rilanciare l’economia a Bologna, ecco la priorità”.

Bolognese di nascita, classe 1948, è stato amministratore delegato di Hera fino al 2005, e presidente della Fondazione Del Monte per 14 anni. Oggi è titolare della Busi Impianti, carica che ha portato i suoi avversari a parlare di “palese conflitto d’interessi”.

Ma lui promette: “Abbandono tutto se divento sindaco”. E spiega così la sua discesa in campo nell’arena bolognese : “Ho deciso di candidarmi perché non vedevo buone opportunità né a destra né a sinistra”. Dopo l’investitura arrivata dall’ex sindaco Giorgio Guazzaloca, il suo terzo polo ha ricevuto consensi da personaggi che non passano inosservati, come l’ex capo dell’Unipol Gianni Consorte, e il politologo Paolo Pombeni, componente della costituente del Pd, oggi però molto critico verso il partito di centrosinistra.

In squadra con lui per un posto in consiglio comunale, non solo civici ma anche molti veterani della politica bolognese, provenienti da schieramenti di ogni colore politico. In cima alla lista Stefano Alvergna, medico, ex assessore provinciale dell’Udeur, in seguito in quota Pd Lo seguono Valentina Castaldini, iscritta al Pdl e già consigliere comunale durante la giunta Cofferati, Lina Delli Quadri, a lungo consigliere per il Pd e Maria Cristina Marri segretaria provinciale dell’Udc. Nel mezzo anche un ex leghista ora finiano come Daniele Baldini, e l’ex An Felice Caracciolo. Pochi i nomi davvero civici, tra cui quello dell’artista albanese Sonila Keceli.

Alla competizione per la poltrona di Palazzo d’Accursio si presenta con un programma diviso in quattro punti: sviluppo economico, energia e ambiente, cultura e servizi sociali. “L’obiettivo è la nascita e la crescita di un nuovo sistema di piccole e medie imprese innovative, che guardino ai settori su cui punta l’Europa per i propri obiettivi ventennali”.

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