Venti esplosioni e sei kamikaze. Eccola la controffensiva talebana dopo la morte di Osama. Nel mirino la città di Kandahar. L’attacco del commando è stato diretto contro la residenza del governatore, nel sud dell’Afghanistan. I militanti si sono asserragliati in un centro commerciale di cinque piani da dove hanno aperto il fuoco sulle guardie che proteggono la residenza fortificata di Tooryalai Wesa. Sull’edificio sono anche piovute due granate. In città sono state udite due forti esplosioni, una vicino alla residenza e un’altra pochi minuti dopo nella zona occidentale. Dalle prime notizie, sono rimasti feriti almeno dieci civili e sei agenti di polizia. A loro si aggiungono due kamikaze rimasti uccisi, prima di entrare in azione, negli scontri a fuoco con le forze di sicurezza. Kandahar è l’ex roccaforte dei talebani e negli ultimi mesi è stata teatro di molte violenze e di un’evasione di massa di militanti dal penitenziario.

Nel settimo giorno dall’inizio della loro operazione militare di primavera denominata Badar, i talebani hanno annunciato di avere lanciato un’offensiva nella città di Kandahar. Sul loro sito, il portavoce Yousuf Ahmadi afferma che “un gruppo di mujaheddin ha lanciato attacchi simultanei contro l’ufficio del governatore provinciale, la sede dei servizi segreti ed il quartier generale della polizia cittadina”. “Kandahar – si dice infine – è teatro di sanguinosi scontri che continuano ancora”.

L’uccisione di Osama bin Laden, dunque, dà “nuovo impeto al jihad’’ contro gli Stati Uniti e i loro alleati “in questo momento critico”. E’ il messaggio che arriva dai Talebani dell’Afghanistan a sei giorni dalla morte dello sceicco del terrore in un blitz delle forze speciali americane in Pakistan. “Colui che invocava il jihad islamico contro gli invasori infedeli, lo sceicco Osama bin Laden, ha abbracciato il martirio – si legge in un lungo comunicato pubblicato dai Talebani sul loro sito web – durante un inatteso attacco degli invasori soldati americani”. Per l’Emirato islamico dell’Afghanistan, la morte di bin Laden è una “grande tragedia”. I Talebani, nella nota intitolata ‘Riguardo al martirio del grande sceicco martire Osama bin Laden’, ricordano quindi il ruolo di bin Laden, “al fianco” degli afghani, nel “jihad contro l’invasione sovietica” dell’Afghanistan. Lo sceicco del terrore viene descritto come un “instancabile combattente contro le aggressioni di cristiani ed ebrei nel mondo islamico, che non risparmiava sforzi per questa causa”. Se “gli invasori americani e i loro alleati dovessero crogiolarsi nell’ottimismo, convinti che il martirio dello sceicco Osama bin Laden indebolirà il morale e le fila dei mujahidin in Afghanistan e in altri Paesi islamici occupati – sostengono i Talebani, che citano versetti del Corano nel loro comunicato – sarà solo una dimostrazione della loro mancanza di acume”.

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