Era l’estate del 2008. In un imprecisato paesello sulle rive del Po. Cartelli dappertutto. Davide Van de Sfroos in concerto, Davide Van de Sfroos in concerto. L’ignoranza fa sempre difetto. Si pensava fosse uno di quei cantanti di paese, modello sagra del tortellino. Poi vai su internet e cominci a navigare. Ed eccolo il comasco Davide Bernasconi con chitarra e dialetto laghée (o tramezzino). In attività fin dai primi anni ’90 e oggi con l’album Yanez giunto al suo decimo disco. Nel suo recente passato concerti sold out uno dietro l’altro, 12000 persone al Forum di Assago a Milano nel 2008, e un Sanremo in scioltezza dove ha omaggiato De Gregori con Viva l’Italia. Gli hanno voluto affibbiare a tutti i costi un’appartenenza politica leghista, vista la parlata comasca e la poesia semplice del suo canto. Eppure Van de Sfroos, stasera 6 maggio al teatro Novelli di Rimini ore 21, primo appuntamento dei Fab Four del weekend, gira l’Italia in lungo e in largo (Ascoli, Sassari, Rende) con il suo ritmato folk lumbard grazie a Yanez perfino venato di sonorità sudamericane. Musicista completo e band affiatata fanno sempre un gran live.

Da un po’ più a Nord, Losanna (Svizzera), arriva il documentarista Jean-Stephane Bron per accompagnare una mini rassegna dei suoi ultimi lavori, dal 6 all’8 maggio al cinema Lumiere di Bologna. Si parte con Cleveland versus Wall Street (6 maggio, ore 20), la ricostruzione di un processo che non si è voluto fare, ovvero quello che ha visto un gruppo di avvocati di Cleveland lanciare una class action contro ventuno banche responsabili dei dissesti immobiliari che durante la recente crisi economica statunitense hanno portato allo sfratto di decine di famiglie. Sabato 7, ore 20, Le genie Elvetique, documentario thriller con macchina da presa fuori dalle porte del palazzo federale di Berna dove si sta preparando una controversa legge su genetica e rapporti con l’agricoltura. Infine domenica 8, sempre alle 20, sia La bonne conduite che Connu de nos services (oramai datato 1997) bizzarra ricostruzione del caso di un sessantottino che veniva spiato con estrema solerzia dai servizi segreti elvetici. Il signor Moret riscopre documento dopo documento il lavoro delle spie cantonali, facendo riemergere lo schema sfiancante del gatto col topo alla Usa vs. John Lennon.

Domenica 8 maggio alle 21, presso il teatro Nuovo di Salsomaggiore Terme (Parma), tornano i redivivi Tetes des bois con il live di Goodbike. Album interamente dedicato alla bicicletta, sia come mezzo di locomozione economico e sostenibile, sia come oggetto di mitizzazione sportiva. Ecco che la band di Andrea Satta proporrà Alfonsina e la bici (sulle gesta di Alfonsina Strada l’unica donna che nel 1924 corse il giro d’Italia), Coppi, Corrosivo acido (sui quintali di polveri sottili che inaliamo noi poveri ciclisti andando la mattina in ufficio) e la bellissima Bicitrombetta. I Tetes des bois, musicalmente, hanno un po’ virato la rotta dai tempi di Ferré, l’amore e la rivolta. Anche se il loro ensemble, impreziosito dalla tromba di Luigi De Carlo e dalla fisarmonica di Angelo Pelini, riesce sempre a far riemergere le radici folk del nostro rock più popolano.

Il ritratto di Dorian Baker sembra un refuso. Invece è uno spettacolo di teatro-jazz che si terrà al Milestone di Piacenza, domenica 8 alle 21e30. Un concerto narrato sulle orme del trombettista cool jazz più maledetto e schivo della storia musicale anni ’60-’70: Chet Baker. Prima di gettarsi dalla finestra del Prins Hendrik hotel di Amsterdam, Chet aveva instaurato un rapporto stretto con la sua tromba e con il suo terrificante viso. Come il trombettista statunitense si specchiasse nell’uno e nell’altro, la gioia e il dolore che provava, tenteranno di raccontarcelo le voci recitanti di Sara Marenghi e Cristina Spelti, la tromba di Gianni Satta e il pianoforte di Erminio Cella. Il testo è di Matteo Labati.

Se non lo sapevate…

Per tutti i filmmaker emiliano romagnoli è online il bando del ViaEmiliaDocFest 2011, il primo Festival Italiano online del cinema documentario, ideato da Fabrizio Grosoli. Sul portale www.viaemiliadocfest.tv troverete ogni informazione. Il Festival è aperto a tutte le opere completate dopo il 1 gennaio 2010, senza limiti di durata, genere e formato, non ancora distribuite in sala o in tv. Partecipazione gratuita ed entro il 20 giugno 2011. Votazione democratica del pubblico online durante l’autunno prossimo. Iscrivetevi gente, iscrivetevi.

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