Bologna, elezioni amministrative

S’avvicinano le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio della città di Bologna e si moltiplicano le iniziative dell’associazionismo per coinvolgere i candidati sindaco e consiglieri nella difesa della laicità delle Istituzioni, con risultati a volte inaspettati.

La Rete Laica Bologna ha rivolto tre domande ai candidati sindaco: 1) come pensano di garantire la scuola pubblica a quei 200 e più bambini che ogni hanno la richiedono e che infine sono dirottati sulle scuole private, violando così un loro diritto costituzionale (“La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”); 2) quando sarà reso operativo il registro dei biotestamenti e se saranno create nuove sale per i funerali civili; 3) se pensano di aprire i consultori familiari alle associazioni cattoliche contrarie alle legge 194 e se intendono avviare una campagna pubblica contro l’omofobia.

Alle domande hanno risposto i candidati Stefano Aldrovandi (civico sostenuto dall’Udc), Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle), Virginio Merola (centrosinistra) e Michele Terra (Pcl).

Gli altri candidati sono non pervenuti, tra cui spicca il grande assente Manes Bernardini, sostenuto dalla Lega Nord e dal Pdl; evidentemente non considerano la laicità un principio di governo.

Guardiamo le risposte alla prima domanda: né Aldrovandi né Merola intendono porre rimedio alla mancanza di garanzie d’accesso alla scuola pubblica per quanti la richiedono. La loro soluzione è continuare coi finanziamenti alle scuole private. Bugani è per una progressiva riduzione dei finanziamenti alle private e Terra per una loro totale abolizione.

Sulla seconda domanda leggiamo positivamente l’impegno di Merola e di Bugani a rendere operativo il registro dei testamenti biologici appena fossero insediati.

La terza domanda vede Merola ribadire la linea della Regione Emilia-Romagna: “cauta” apertura dei consultori alle associazioni anti-abortiste. Netta la contrarietà di Bugani e Terra.

Infine, tutti i candidati sono concordi sulla necessità di una campagna contro le discriminazioni per orientamento sessuale, sebbene con accenti diversi. E questa è cosa buona e giusta.

Non solo la Rete Laica Bologna ha interrogato e analizzato i programmi degli aspiranti amministratori e delle forze politiche. La UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) ha sfogliato pagina per pagina i programmi elettorali e ne ha estrapolato le parti che riguardano direttamente la laicità delle Istituzioni: una panoramica molto istruttiva.

Lucidamente, rivista di cultura e di etica civile, ha posto invece ai candidati sindaco una sola domanda: “Cos’è la laicità?”, raccogliendo risposte più o meno azzeccate.

In conclusione, che cosa ci si aspetta da chi governerà la città?

Che governi con in mente questo dato: Bologna è abitata da atei, da agnostici e da credenti in diverse confessioni religiose.

Che governi con in mente questo principio: gli atti amministrativi devono essere rispettosi delle libertà di ciascuno e di ciascuna.

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