Missione compiuta. Osama Bin Laden è stato ucciso. E’ quindi il momento di lasciare l’Afghansitan? Sui media americani parte il dibattito su che cosa ne sarà della guerra al terrore, ora che il nemico numero uno degli Stati Uniti è stato fatto fuori da un blitz di marines scelti. Che lo hanno scovato vicino a Islamabad, capitale del Pakistan.

L’Huffington Post sottolinea che dopo l’invasione dell’Afghanistan da parte delle truppe americane, il presidente George W. Bush disse di volere il capo di Al Qaeda “vivo o morto”. La cattura o la morte di Bin Laden come obiettivo principale per sconfiggere il terrorismo internazionale, quindi. E con questo obiettivo raggiunto, dieci anni dopo e sotto un altro presidente, “alcuni dicono – scrive il blog di Arianna Huffington – che le motivazioni per un ritiro sono ora più forti e Barack Obama ha la copertura politica per spingere verso una soluzione di questo tipo”.

Molti parlamentari americani, nei loro primi commenti, non hanno inserito l’uccisione di Bin Laden nel più ampio contesto del conflitto in Afghanistan. Ma secondo l’Huffington Post è chiaro che il dibattito sulla strategia militare Usa debba essere influenzato dalla morte del leader di Al Qaeda. A dimostrazione di questo il sito cita le parole del presidente afgano Hamid Karzai, che ha sottolineato come Bin Laden si nascondesse “nel cuore profondo del Pakistan” e ha criticato il perdurare delle operazioni nel proprio Paese: “La guerra contro il terrorismo non è in Afghanistan – ha detto Karzai -. La guerra al terrore non è nei villaggi afgani, nelle case di afgani innocenti, nei bombardamenti e nell’uccisione di donne e bambini, ma fuori dall’Afghanistan, in paradisi sicuri del terrorismo”.

Anche il Los Angeles Times si chiede se gli americani devano cercare i leader terroristici con azioni mirate in posti come il Pakistan, o continuare a tenere decine di migliaia di soldati a fare la guerra in Afghanistan. Visto che molti combattenti di Al Qaeda hanno ormai trovato rifugio nelle regioni tribali del Pakistan. L’uccisione di Bin Laden, osserva il quotidiano californiano, porta molti politici a riconsiderare il loro supporto a “una strategia che costa miliardi di dollari all’anno e che finora ha fallito nello sconfiggere le azioni dei Talebani contro un governo sostenuto dagli Stati Uniti”.

Che Bin Laden sia stato trovato nel cuore del Pakistan è il punto di partenza di un articolo del New York Times su stategia e tabella di marcia delle operazioni in Afghanistan. Dove, fa notare il quotidiano, “100mila soldati americani stanno ancora combattendo una guerra per distruggere Al Qaeda”. Il blitz contro il leader terroristico arriva proprio nel momento in cui Obama deve decidere quante truppe richiamare. Le pressioni sul presidente americano per accelerare il ritiro aumenteranno, scrive il New York Times, nonostante John O. Brennan, consigliere del presidente sulla lotta al terrorismo, abbia dichiarato che “la presenza di truppe Nato in Afghanistan è ancora necessaria per evitare che quel Paese diventi di nuovo il punto di partenza di Al Qaeda”.

Articolo Precedente

Turbato dall’esecuzione
di Bin Laden

next
Articolo Successivo

Pakistan, l’uccisione di bin Laden
riaccende lo scontro politico

next