Il caimano fa ancora discutere: non quello che siede a Palazzo Chigi, ma quello che é scomparso come per magia negli archivi della Rai, e di cui ieri ha parlato Nanni Moretti ospite di In Onda su La7: “Non sono abituato al vittimismo, ma sono stupito di quello che é accaduto. La Rai ha speso una cifra importante, un milione e mezzo di euro, per acquistare cinque passaggi televisivi del film in cinque anni. Sono trascorsi giá tre anni, e di questi passaggi non c’e n’é stato nemmeno uno”.

Insomma, ne hanno discusso tutti, tra oggi e ieri, tranne coloro che dovevano rispondere. Ovvero i vertici di viale Mazzini. Eppure c’è stata un grande polemica intorno alle dichiarazioni del regista: “Articolo 21 – ha spiegato il deputato del Pd Beppe Giulietti – lancia una raccolta firme per chiedere la messa in onda immediata del film”. L’Italia dei Valori la sottoscrive e, per bocca del vicecapogruppo Fabio Evangelisti attacca: “Ho paura che ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di censura occulta a cui la Rai ci ha abituato in questi anni. Quello che spaventa é il contenuto di quella sceneggiatura”.

L’indizio migliore per capire il motivo di questo boicottaggio, peró, é nello stesso finale del film raccontato dal suo regista: “In quei minuti finali il Caimano che io interpreto, cioé Berlusconi, non accetta la condanna e si scatena l’assalto al tribunale. Non si trattava di quella che qualcuno molto generosamente chiama profezia. Ma di una semplice analisi di quello che stava accadendo. Molti spettatori all’epoca mi criticarono dicendo che esageravo. Con quello che é accaduto poi, si é capito che non esageravo per nulla”.

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