Una lista di centrosinistra, una di centro con uomini del Pdl e una della Lega Nord, con candidato sindaco il deputato leghista Gianluca Pini. A Pennabilli, paesino di tremila abitanti in provincia di Rimini, noto per essere il paese del poeta Tonino Guerra, è rottura nel centrodestra in vista delle elezioni amministrative del 15-16 maggio. Unite a livello nazionale, ma divise nella realtà locale, il Pdl e la Lega Nord di Pennabilli hanno presentato due liste separate.

Per la Lega Nord la lista di centro del Pdl, con Francesco Maria Crociani candidato sindaco, “è solo una lista di disturbo”. I leghisti pennesi si sentono traditi dagli ex alleati, i cui vertici locali, “ hanno tradito gli accordi nazionali e territoriali”. “I dirigenti del Pdl si sono dimostrati incoerenti e incapaci – si legge in un comunicato ufficiale della Lega Nord sezione Pennabilli – rimangiandosi ogni parola ed impegno preso pur di ostacolare la Lega Nord Romagna”.

“Mi è stato chiesto di candidarmi per garantire una rappresentanza politica di un certo spessore – ha dichiarato il candidato sindaco e Segretario della Lega Nord Romagna Gianluca Pini – e la condizione principale era che io corressi con il simbolo della Lega”. Una condizione inizialmente accettata, secondo Pini, fino al contrordine. “Ma questo non è il motivo principale della rottura – ha spiegato Pini – avvenuta per molti dispettucci interni ma anche a causa della mia presa di posizione contro la candidatura di Marco Lombardi a Rimini”. Lo scontro tra Pdl e Lega Nord a Pennabilli sarebbe la diretta conseguenza dell’imposizione, da parte della Lega, di Gioenzo Renzi come candidato sindaco del centrodestra a Rimini. Proprio Pini, quando ormai sembrava scontato che il candidato Pdl a Rimini sarebbe stato Lombardi, aveva opposto il suo veto in favore di Renzi. “Con Lombardi candidato sindaco non andiamo con il Pdl”, aveva dichiarato Pini pochi giorni prima del passo indietro fatto da Lombardi pur di ricompattare lo schieramento. I giochi di potere nel capoluogo di provincia avrebbero influito anche sulle candidature di Pennabilli, secondo Pini, ed a ciò sarebbe dovuta la creazione “della lista di disturbo di centro” guidata da Crociani.

“La mia è una candidatura in autonomia”, ha continuato Pini, ufficializzata proprio l’ultimo giorno disponibile per la presentazione delle liste. “Non sarò sicuramente un sindaco a tempo pieno”, ammette Pini rispondendo alle accuse lanciate dagli avversari di non essere pennese, ma di Forlì e di dover dividere la carica di sindaco con quella di deputato. “Avrò una squadra competitiva e il vicesindaco Giannini (candidato sindaco prima del passo indietro a favore di Pini) saprà sostituirmi, così come avviene anche in realtà più grandi di Pennabilli”.

La storia politica di Pennabilli, paesino della Val Marecchia passato dalle Marche all’Emilia Romagna nel 2009, proprio grazie ad una proposta di legge firmata da Pini, è tutt’altro che lineare. Il Comune è commissariato dall’aprile 2010, dopo che 10 consiglieri su 16 rassegnarono le dimissioni al sindaco Pd Antonio Valli. Tra i dieci consiglieri dimissionari, che non sfiduciarono il sindaco in consiglio ma si dimisero facendo cadere l’intera amministrazione, 5 erano della lista Bene comune, simpatizzanti Pdl e Udc e all’opposizione. Gli altri 5, invece, erano della Lega Nord, ed erano nel governo dimaggioranza insieme al Pd. Un governo civico, secondo molti pennesi, “voluto anche dallo stesso Pini”, che ora rinfaccia il Pdl di voler favorire la sinistra.

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