Un braccio di ferro Italia-Francia. Ma con regole condivise e la volontà di trovare posizioni comuni. Pur non spostandosi dalle proprie.  E’ così che si prospetta il vertice intergovernativo di domani a Roma tra le delegazioni italiane e francesi. Tanti i temi sul tavolo delle trattative: non solo immigrazione e operazioni in Libia, ma anche economia e produzione industriale. Oggi, l’antipasto. Con Henri Guaino, consigliere particolare del presidente Nicolas Sarkozy, che in un’intervista al quotidiano francese ‘Le Monde‘ ha dichiarato: “Il fatto che l’Italia abbia lasciato passare i migranti nordafricani pone un problema”. Una posizione di certo non conciliante con cui arrivare a domani, ma che potrebbe essere addolcita dalla decisione di oggi dell’Italia di partecipare ai bombardamenti in Libia. Una richiesta della Nato, appoggiata dal presidente Usa Barack Obama, e condivisa dalla Francia.

Il piatto forte resta però la gestione dell’immigrazione massiccia delle ultime settimane. Domani a Roma “discuteremo tranquillamente e serenamente di questo”, ha dichiarato Guaino a Le Monde. Eppure, un attimo prima, non le aveva mandate a dire all’Italia, sottolineando che “se lasci entrare (i migranti, ndr.) senza consultarti, senza associarti con i tuoi partner, dopo non puoi mandare dal tuo vicino tutti quelli che hai lasciato entrare”. Tutti no, solo alcuni. Parigi tiene ferma infatti la distinzione tra i profughi libici – problema europeo a cui la Francia non intende sottrarsi – e i migranti tunisini, la cui decisione di andare via dal proprio Paese dipenderebbe da motivi economici e non umanitari. Con loro la Francia intende continuare ad avere una posizione di chiusura e di controllo, ma non di rifiuto del trattato di Schengen, come era parso di capire venerdì scorso. Un malinteso, secondo il portavoce di Sarkozy. “Tutto questo è assurdo”, è la secca risposta di Guaino al cronista di Le Monde. Secondo il consigliere del presidente, la Francia – “uno dei Paesi più ospitali del mondo” – starebbe solo chiedendo di rivedere gli accordi e prevedere eventuali controlli alle frontiere nazionali, in caso di “situazioni particolari”. Che adesso, comunque, non si sarebbero ancora verificate. “Una posizione del tutto ragionevole e che non ha nulla di anti-europeo”, chiosa il portavoce dell’Eliseo.

Posizioni, quelle italiana e francese, che non potrebbero sembrare più distanti di così. Eppure la diplomazia dei due Paesi avrebbe già lavorato a una soluzione almeno sull’unico punto condiviso: lo scarso interessamento dell’Unione Europea. La sensazione dei due Paesi è che le straordinarie ondate di migranti vengano considerate come un problema solo italiano e francese. Per questo, domani Berlusconi e Sarkozy firmeranno una lettera indirizzata alla Ue, dove si chiede il rafforzamento di Frontex, il pattugliamento europeo delle frontiere che attualmente – secondo i presidenti – ha pochi mezzi a disposizione, ma anche il rilancio della banca del Mediterraneo, con l’obiettivo di aiutare le economie dei Paesi da cui i migranti scappano. E così tamponare il flusso. Un messaggio politico che chiederà di porre la questione come un problema condiviso e inserito all’ordine del giorno del prossimo consiglio europeo di giugno.

Ma la questione immigrazione crea nervosismo nell’Eliseo non solo per il rapporto con l’Italia. La volontà del governo di ridurre la pressione dei migranti risponde soprattutto a una questione interna. Da qui, la ferma posizione della Francia. Come il giornalista di Le Monde fa notare a Henri Guaino, Marine Le Pen ha ormai superato nei sondaggi tra la classe operaia l’attuale presidente. Le posizioni di estrema destra e totale chiusura della Le Pen sarebbero quindi più apprezzate delle posizioni tenute da Sarkozy con l’Unione Europea, giudicate troppo morbide dai francesi. Ma l’Eliseo sembra avere le armi spuntate: si affida soprattutto alla bozza di lettera da rivedere domani con l’Italia. E intanto la butta sul culturale. Secondo Guaino, infatti, la cavalcata della destra dimostra che “la società francese è malata e non dev’essere sottovalutata”. Un disagio condiviso con tutti i paesi europei e sviluppati, secondo il consigliere, che si esprime “tanto nella questione dell’identità e della sicurezza, quanto nella questione sociale ed economica”. Tutta colpa della crisi del 2008, conclude Guaino, e “di una forma di globalizzazione che è diventata intollerabile e deve essere riformata”.

Ad essere impegnati domani nell’incontro di domani non saranno comunque solo i rispettivi leader e le delegazioni dei ministeri degli Esteri, degli Interni e delle Infrastrutture. Per l’Italia, saranno coinvolti i ministri Franco Frattini, Roberto Maroni e Roberto Castelli. Ma un ruolo altrettanto delicato avrà il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che dovrà affrontare domani con i francesi la questione – mai serena – relativa all’energia, che passa anche per il nucleare. Sul tavolo della discussione, infine, ci sarà il decreto anti-scalate voluto dal ministro. Da discutere a proposito dell’acquisto da parte della francese Lactalis del 29% del capitale di Parmalat. Un’acquisizione che arriverebbe subito dopo l’assorbimento dello storico marchio italiano Bulgari da parte del gruppo d’oltralpe LVMH.

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