Sono stato a Nablus, nel nord della Cisgiordania, solo pochi giorni fa e ora apprendo della tragedia di questa notte. All’alba è stato ucciso Ben Yosef Livnat, nipote del ministro israeliano della Cultura Limor Livnat. Altri quattro israeliani sono rimasti feriti. A sparare è stato un agente della polizia palestinese, e l’Anp ha subito informato Tel Aviv. Il poliziotto, come si legge nel comunicato palestinese, ha sparato “dopo aver notato movimenti sospetti”.

Quel luogo, la Tomba di Giuseppe, è sotto amministrazione palestinese e l’Anp deve concedere il permesso agli ebrei che vi si recano in pellegrinaggio fin dagli accordi di Oslo (1996). Nell’ultimo periodo non sono mancate tensioni e quanto accaduto stamane non lascia pensare a nulla di buono per il futuro.

Oggi qui è un giorno di lutto anche per Vittorio Arrigoni. I funerali del cooperante italiano barbaramente ucciso a Gaza si celebrano a Bulciago, in Lombardia, mentre nella Striscia e a Ramallah, in Cisgiordania, non mancheranno le commemorazioni. A Haifa, nord dello Stato ebraico, dove mi trovo (per questo oggi il diario è “da Israele”), un gruppo di attivisti italiani qui in visita si raccoglie in silenzio davanti al mare per alcuni minuti in memoria di Vik Utopia, come si firmava Arrigoni.

Questa mattina ho incontrato Minem Maroof del Mossawa Center, organizzazione che si occupa della minoranza palestinese che vive in Israele, ne scriverò nella prossima pagina del diario. Per oggi lutto e silenzio in Israele e in Palestina.

Articolo Precedente

Ciancimino, il gip di Parma convalida l’arresto

next
Articolo Successivo

In centinaia ai funerali di Arrigoni
l’attivista umanitario ucciso a Gaza

next