È bene riflettere sul comportamento dopo Fukushima del Governo italiano: semplicemente scomparso. Nessuna valutazione sulla gravità e le possibili conseguenze. Qualche esperto di regime, sempre meno loquace, che di sfuggita in Tv afferma che Chernobyl è stato ben peggio di Fukushima. Prestigiacomo e Romani che si appellano alla ragione, che consisterebbe nell’aspettare un anno per liberare la testa degli italiani dall’emozione. Conti (Enel), Scaroni (Eni), Testa (Forum nucleare) e Veronesi (Agenzia per la sicurezza) interdetti e a tal punto defilati da chiederci se abbiano chiesto l’aspettativa. Solo il Corriere ospita caparbiamente i filonucleari più esposti che assicurano che la natura da noi non è così impietosa come nell’arcipelago nipponico e che la quarta generazione dei reattori atomici – che ancora non esiste – ci salverà dall’indigenza di un futuro solare.

Eppure dovrebbe essere questa la fase di massima riflessione, confronto e coinvolgimento sul piano informativo dei cittadini che saranno chiamati al referendum fra meno di due mesi. A proposito, ciò che accade ogni giorno con il disprezzo delle istituzioni e della legalità (processo breve, legittimo impedimento, compravendita di parlamentari, invio di ispettori per bloccare il processo Ruby, ecc.) non è lontano dal silenzio calato sull’appuntamento del 12 e 13 giugno, scelto apposta in punta di vacanze perché non venga raggiunto il quorum di votanti. Ad oggi i consolati esteri non hanno ancora inviato lettere ai cittadini italiani per avvisarli della possibilità di votare fuori patria. Eppure sono 2 milioni i votanti, decisivi se si vuole far saltare il quorum.

Per far risaltare ancor di più l’irresponsabilità e la sfrontatezza di chi prende tempo per rilanciare tra un anno gli Epr già opzionati, riprendo qui di seguito per punti le raccomandazioni diffuse dalla Commissione per il controllo di sicurezza delle centrali nucleari, istituita dal Ministero dell’Ambiente tedesco. 49 raccomandazioni cogenti e da concretizzare subito, che riassumo in punti al fine di far giustizia di tutte le sciocchezze sparate sull’innocua convivenza con il ciclo dell’uranio.

1) La rivalutazione della progettazione antisismica terrà conto anche degli effetti di processi relativi alla dinamica dei terreni, come doline, erosioni sottosuolo, frane. (Si pensi al suolo italiano…)

2) Nel breve termine va presa in considerazione l’eventualità di alluvione, partendo dai cambiamenti climatici, dai picchi nei vicini corpi idrici, dalla possibilità di tsunami (nel Mare del Nord) nelle nuove condizioni atmosferiche.

3) I controlli devono tenere in conto condizioni atmosferiche estreme, incidenti aerei, attacchi informatici e pandemie, mancanza di energia elettrica.

4) L’impianto per l’acqua di alimentazione ausiliaria per il raffreddamento necessario per garantire la sicurezza degli impianti deve essere controllato e rinforzato, se necessario, in relazione ad eventi come la presenza di sostanze estranee come molluschi e meduse.

5) Ogni reattore deve avere una sala di controllo di emergenza, adeguatamente rinforzata con calcestruzzo e progettata in modo tale da consentire di essere presidiata continuamente, anche durante il rilascio su vasta scala di materiale radioattivo sul sito dell’impianto.

6) Devono essere rinforzate misure che limitano l’impatto delle esplosioni di idrogeno.

7) Tutti i generatori diesel di emergenza devono essere contenuti in calcestruzzo, come i treni supplementari di raffreddamento, il cui liquido deve essere aumentato mediante contenitori più grandi.

8) La piscina per il deposito di combustibile esaurito deve essere installata all’interno dell’edificio di contenimento del combustibile.

9) I reattori devono essere dotati di pozzi d’acqua separati, con serbatoi di stoccaggio di boro mobili dotati di pompe di emergenza.

Per ogni impianto verrà istituito un team di valutatori esperti con membri provenienti esclusivamente da organizzazioni specializzate indipendenti, non legate alle ditte costruttrici. Il team deve inviare tutti i documenti richiesti all’autorità federale di vigilanza.

Chi legge è in grado di valutare sia la riconosciuta pericolosità del nucleare, sia la distanza tra la rigorosa posizione del Parlamento tedesco e l’allegra latitanza del governo italiano. Si sta instaurando una non dichiarata complicità con il ritorno dell’atomo, che può essere rotta solo da un’adeguata informazione. Ne hanno diritto i cittadini per esercitare la loro scelta con un referendum proposto, approvato e indetto, ma tenuto volutamente sotto la coltre del silenzio.

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